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L'uomo che visse nel futuro

Regia di George Pal vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo che visse nel futuro

di Neve Che Vola
10 stelle


Riprendo cose scritte cinque o sei anni fa...

Siamo in Inghilterra, il 5 Gennaio 1900. Lo scienziato George (Rod Taylor), invita a cena in casa sua gli amici scienziati, ma è in ritardo all'appuntamento. Questi si spazientiscono, ma ricevono dalla domestica un biglietto dello stesso scienziato, che li avverte di iniziare la cena senza di lui. Quando compare, è ridotto piuttosto male, e comincia a parlare agli amici dell'incontro avuto con loro cinque giorni prima, la notte di Capodanno, l'ultima del XIX secolo. Inizia qui il racconto vero e proprio, proprio la sera del 31 Dicembre 1899, quando tentò di illustrare la sua ultima trovata, la macchina del tempo.
Nessuno gli credette, e quando se ne andarono gli altri, George si mise alla guida della sua invenzione. A parte qualche "stazione" intermedia nel futuro più prossimo, arriva in un futuro davvero lontano, e trova che gli esseri umani sono ridotti allo stato quasi vegetativo di una vita passata lasciandosi vivere passivamente, senza alcuna iniziativa o desiderio. Questo è il popolo chiamato "Eloi", che funge come cibo per i "Morlock", il popolo che vive sottoterra. Fra gli Eloi conosce Weena (Yvette Mimieux), e se ne innamora. Tutto fra gli Eloi testimonia di una completa indifferenza per tutto ciò in cui George ha sempre creduto, i libri delle biblioteche cadono in pezzi, nessuno sa leggere. Ed ogni tanto qualcuno degli Eloi deve andare dai Morlock, per non fare mai più ritorno.......

Un capolavoro del cinema di fantascienza.
 In certo qual modo, la struttura è simile a quella de L'esperimento del dottor K., non per il contenuto del racconto in sè stesso, ma per la coesistenza di due temi simultanei che si incrociano. Il film è tratto dal famoso romanzo di H.G.Wells, uno scrittore che poneva spesso la ricerca dell'identità al posto d'onore nei suoi libri. Ne "L'uomo invisibile" il protagonista è un giovane divorato dalla propria disperazione, nessuno lo vede, eppure ha inventato il modo di essere invisibili.

Mi sembra molto chiaro come in queste storie esista un forte conflitto fra l'io sociale e l'io esistenziale.

Quando George tenta di farsi credere riguardo alla sua scoperta, viene deriso, non lo si vuole riconoscere per il valente scienziato che è. Per un artista, per uno scienziato, questo mancato riconoscimento è quasi sempre fonte di disperazione senza fine.
 Goethe diceva

"Solo quando canto la vita torna ad esser vita".

Spesso artisti e scienziati vedono più in là degli esseri umani ordinari, e proprio per questo incontrano enormi difficoltà ad uscire dal loro isolamento. Essere riconosciuti come artisti o scienziati è per loro una questione di vita o di morte, disconoscerli significa condannarli a sofferenze senza fine. Se per esempio un macellaio non viene riconosciuto come tale, e le persone badano poco alla sua identità di macellaio, solitamente non ne risente troppo, perchè è grande la discrepanza fra il suo io sociale e quello esistenziale (probabilmente poco gli importa del suo lavoro se non ai fini del proprio sostentamento). Spesso fa il macellaio come un mestierante e nulla più.
Allo stesso modo, anche molti artisti e scienziati sono mestieranti e nulla più, suonare uno strumento, oppure lavorare in un'industria farmaceutica altri non è che il ruolo che prendono nella società, ma loro si sentono ben altro. Nel caso di alcuni artisti e scienziati che oserei chiamare "davvero" tali, per i quali essere uomini significa appunto essere artisti o scienziati, quando l'identità fra il ruolo sociale e quello esistenziale è cosi' forte, allora il disconoscimento nei loro confronti è qualcosa che li tocca nella essenza più intima.

Il protagonista della nostra storia, George, è appunto uno di questi.

Alla fine del film gli si presenta una terribile alternativa: rimanere fra gli amici di sempre, che conosce fin da quando era bambino, nel suo mondo cosi' familiare, ma essere disconosciuto nella sua essenza più intima; oppure tornare in quel mondo di persone sconosciute, gli Eloi, che sono stranieri per lui (anche se è innamorato di Weena) e alla mercè della ignoranza più totale, ma essere davvero sè stesso, essere uno scienziato, cioè un uomo, e vivere secondo la sua vera identità, quella esistenziale, che proprio quella situazione in fondo gli richiede?

Questo mi sembra essere il tema principale del film, la storia degli Eloi e della macchina del tempo ai miei occhi è solo un MacGuffin, un elemento secondario che serve per far passare il messaggio principale.
 A noi tutti si presenta il giorno in cui siamo chiamati a decidere se seguire la nostra essenza più intima - anche a rischio di diventare degli asociali - o se adattarci alla società, anche se sappiamo bene di non essere d'accordo con le sue premesse.
Dunque il tradimento o il rispetto di sè stessi è in fondo il tema di questo film.
Difficilmente riesco a trattenere le lacrime, alla fine... mi sembra che la verità sia stata detta, che George riesca a rispettare sè stesso, ecco cos'è che mi importa davvero.

 Gli effetti speciali sono bellissimi, non credo affatto che oggi si possa fare di meglio. Ma se anche questi fossero "superati", l'argomento è forse più attuale ancora oggigiorno che l'immagine ha preso il posto dell'essere.

Vedo in questo film l'anelito ad identificarsi con la propria vera identità, in senso allargato la vera unione con l'essenza di sè stessi è essere in armonia (cristianamente parlando) con l'anima. Essere in comunione con la Verità... Sono convinto che molte persone di valore soffrano immensamente, e sono riconosciute come "malate", proprio perchè notano un continuo tradimento dell"anima" pur senza rendersi conto appieno della veste che assume. La maggior parte delle persone non lo avverte con la forza sufficiente, magari abbagliata da effimeri miraggi, oppure trova nella "comunione" con chi come loro vive di cose secondarie, la forza sufficiente a rimanere "sana".
In certi contesti, rimanere "sani" nel senso di fedeltà al proprio essere, può condannare all'ostracismo del gruppo che non condivide il valore del richiamo dell"anima", per non dire che lo calpesta.
Film come questo potrebbero essere di grande aiuto per persone similmente isolate...


Sull'interpretazione di Rod Taylor
Perfetto.

Sull'interpretazione di Alan Young
Eccellente.

Sull'interpretazione di Yvette Mimieux
Perfetta.

Sulla colonna sonora
Eccellente.

Su Rod Taylor

Perfetto.

Su Alan Young

Eccellente.

Su Yvette Mimieux

Perfetta.

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