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L'uomo che uccise Liberty Valance

Regia di John Ford vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo che uccise Liberty Valance

di Neve Che Vola
10 stelle

Il neo governatore Ransom Stoddard (James Stewart) torna con la moglie Hallie (Vera Miles) al paese natio di questa, in occasione dei funerali del loro vecchio amico Tom Doniphon (John Wayne). Un uomo della sua importanza viene accolto in pompa magna, e viene intervistato dal giornale del luogo, giornale che lui stesso fu tra i primi a sostenere molti anni addietro.
A loro snocciola la storia che l'ha reso così importante...

"L'uomo che uccise Liberty Valance" appartiene a quel raro genere di opere che riescono a gettare uno sguardo alle premesse stesse sulle quali poggia la nostra società, invece di accettarle come se fossero la Bibbia ed iniziare un inutile discorso che si rivela tale proprio a causa di quest'accettazione. Cos'è che regge la costruzione sociale, cosi' come essa ci si presenta? Una premessa di puro stampo narcisistico, nel senso in cui lo intendeva Erich Fromm.
 Ho vissuto per anni con la convinzione che questo fosse un film minore, non sono mai stato interessato al discorso sulla fine del mito del West e simili. Ancora oggi, non mi interessa affatto. Ma all'improvviso, ciò che mi era sempre apparso arido e troppo pensato si trasformò radicalmente: mi resi conto che non ero mai entrato realmente in sintonia con il film, ora mi toccava da vicino, non c'erano più i pensieri, la fine del mito del West, una cosa che non mi riguardava, ma il ritratto stesso dell'illusione e di ciò che la produce. Questo è un tema che mi stà a cuore. Perciò, fui toccato nelle corde più profonde del mio essere.

Ciò che mi sfuggiva era, per esempio, che John Wayne non era il difensore dell'ordine, e Lee Marvin il distruttore dell'ordine. Se quest'ultimo fà il bullo, si mette su un piedistallo, si ritaglia una posizione sociale con l'intimidazione e la pistola, John Wayne altri non è che l'altra faccia della medaglia, il suo fine è assolutamente lo stesso, ma la situazione sociale mette lui nella posizione dell'eroe, e Valance in quella del fuorilegge e del disperato.

Un giorno una mia amica mi rimproverò aspramente perchè maltrattavo verbalmente un bambino. "Si sente tutta la tua rabbia!", mi disse, e non è bello sentirsi dire una cosa del genere. Ma io risposi con l'indice puntato: "Forse hai ragione, ma sai perchè ti stà tanto a cuore di prendere le parti di quel bambino? Perchè anche tu sei carica di rabbia, ed ora hai trovato un modo socialmente accettato di esprimerla a tua volta: io sono il bandito, tu colei che difende i deboli e gli oppressi, ma di quel bambino te ne importa meno che a me. Dov'eri quando voleva giocare e io giocavo con lui (che perla di individuo che ero...)? A studiare, perchè studiare è tanto importante per te, più di quel piccolo seccatore, ma chi, io o te gli è stato più vicino?"
Il giorno dopo mi disse :
"Avevi ragione, è come hai detto tu".
Mi secca ammettere che la sua risposta richiese una forza d'animo ben maggiore della mia facile e compiaciuta (nonchè melodrammaticamente recitata) sparata...

Che John Wayne stia al gioco di Marvin, anzi, che egli stesso ami sostenerlo e lasciarlo cosi' com'è, lo si capisce bene quando dichiara a Stewart,

"Devi stare attento a Liberty Valance. E' il pistolero più veloce di queste parti... dopo di me !"

L'equilibrio sociale condiviso viene tenuto in equilibrio dal fatto che, finchè Valance farà il duro - ma senza arrivare ad uno scontro decisivo - allora Tom potrà continuare a fare il pistolero buono, da tutti ammirato. Ma se Valance dovesse esagerare, se Tom fosse costretto ad uno scontro decisivo? Se uccidesse Valance, ucciderebbe le fondamenta stesse della sua identità sociale. Solo uccidendolo in un epico scontro degno di lui potrebbe continuare a sostenere la sua posizione tramite il ricordo dell'impresa gloriosa. In fondo a sè stesso è ben contento che Valance ci sia, è proprio Valance che fà di Tom l'uomo più rispettato del posto.
Quando gli viene chiesto se Vera Miles è la sua ragazza, lui risponde:

"Cosi' dicono",

e come potrebbe essere diversamente? Lo dice la società stessa, la "bella" del posto deve stare con il "tipo in gamba" del posto. Ma Stewart, il ridicolo damerino venuto dall'Est, comincia a fare una breccia in questo tessuto sociale "ingannevole". Parla direttamente al cuore di Vera Miles, la donna viene liberata dal ruolo pre-imposto dalla società. Wayne se ne accorge, e comincia a seccarsi.

Tra lui e Marvin comincia ad insediarsi la fine del narcisismo, che sento in particolar modo nella scena in cui Stewart raccoglie la bistecca da terra:

"Ma che cos'è?...siete tutti quanti pazzi omicidi, qua! Fatto...la'! E adesso, vi serve altro?"

Quando dà fuoco all'ala della casa che stava costruendo in vista del matrimonio con Vera Miles, disperato "perchè lei preferisce Rans", in realtà, secondo me, non lo fà per il motivo che ha dichiarato. Quando mai ha amato Vera Miles se non nei termini della coazione sociale? La sua disperazione deriva dal fatto che non ha solo perso la sua ragazza che forse non lo è mai stata se non perchè così ci si aspettava, ma lui stesso ha ucciso sè stesso, niente duelli epici a ricordare che egli è un eroe, a fortificarne il senso sociale. Il modo in cui lui uccide Valance, proprio quel modo, nascosto nell'ombra di un vicolo, senza che alcuni lo veda in opera da gran tiratore, quasi da vigliacco ed allo stesso tempo da vero eroe (il suo eroismo consiste nel coraggio di togliersi il piedistallo da sotto i piedi, e lo fà io credo perchè è un uomo onesto che non può fare diversamente: se avesse lasciato morire Stewart, probabilmente avrebbe perso il rispetto di sè, non aveva scelta) decreta la sua fine: tutto il mondo gli crolla addosso, questo è il vero motivo (secondo me) per cui rimarrà prigioniero della sua disperazione, ereditata dalla stessa misera scomparsa di Liberty Valance.
 E anche Stewart è condannato alla disperazione, perchè non potrà mai vivere di fronte agli altri per quello che lui è veramente: la sua identità è rapita, proprio lui viene amato per quello che ha sempre odiato. Agli occhi degli altri, egli è tutto ciò che ha sempre disprezzato, proprio una azione che ripudia e a lui erroneamente attribuita, gli conferisce l'identità sociale. Dice la verità, ma è respinta. Ha lottato per imporre la giustizia e la verità, solo per scoprire che qualcosa di profondo insisto nella società che credeva di far evolvere le rifiuta.

Ecco il breve dialogo tra Ransom e Tom quando il primo rimane disgustato dall'elogio in onore del fatto che ha ucciso Valance:

Tom: "nemmeno Valance riuscì a farti fuggire...adesso cos'è, amico, la tua coscienza?
Rans: "Non è già abbastanza uccidere un uomo? Dovrei anche costruirci sopra la mia vita?"
Tom: "Tu parli troppo, amico!...e pensi troppo! E comunque, non l'hai ucciso tu Liberty Valance!

Ecco le ultime amare parole che Tom rivolge a Rans riferendosi a Vera Miles:

"Hai voluto insegnarle a leggere, ed ora fa che legga dei tuoi successi!"

Le ultime scene, a partire da quando Stewart chiede se la storia verrà pubblicata (e cioè la verità), e il rifiuto a pubblicarla

"No senatore, qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda!
("This is the West, sir. When the legend becomes fact, print the legend!")

da parte del giornalista, le guardo sempre con commozione. Non riesco a trattenere le lacrime, eppure lo conosco ormai a memoria. Il culmine emotivo si raggiunge a mio avviso quando il capotreno, vecchio amico di Rans, sancisce a gran voce il suo disconoscimento

"Questo ed altro per l'uomo che ha ucciso Liberty Valance"

battendogli una pacca sulla spalla. La cinepresa inquadra il volto di Stewart che sta per accendersi una sigaretta, ma a quelle parole che lo umiliano e disconoscono cosi' profondamente, egli si ferma con il cerino in mano, guardando in basso, e lo spegne con un gesto sconsolato.
La scena è accompagnata da una musica profondamente commovente, e il treno si allontana facendo una curva.

Mostrare in dettaglio come la società sia retta dalla muta accettazione di un contratto narcisistico che oltrepassa la coscienza del reale per formare una specie di realtà "inventata", contratto che esclude la verità dei fatti, è un'impresa colossale. In due ore di film John Ford ha detto veramente tutto quello che c'era da dire.



Sull'interpretazione di John Wayne
Strepitoso.

Sull'interpretazione di James Stewart
Strepitoso.

Sull'interpretazione di Lee Marvin
Strepitoso.

Sull'interpretazione di Vera Miles
Strepitosa.

Sulla colonna sonora
Magnifica.

Sulla colonna sonora

Magnifica.

Su John Wayne

Strepitoso.

Su James Stewart

Strepitoso.

Su Lee Marvin

Strepitoso.

Su Vera Miles

Strepitosa.

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