Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Sicuramente meno celebre di Sciuscià e Ladri di biciclette ma di pari valore artistico, Umberto D. è un film cardine del neorealismo, grazie alla straordinaria sceneggiatura di Zavattini e l’essenziale regia di De Sica.
Il regista porta in scena la storia di un pensionato, Umberto Domenico Ferrari(Carlo Battisti), che con la pensione percepita non riesce a vivere dignitosamente, a malapena sopravvive.
Umberto è un uomo solo, non ha amici degni di nome, se non la serva(Maria Pia Casilio) della padrona di casa dove vive, anche se più di amicizia si può parlare di un surrogato rapporto padre-figlia.
Il suo vero compagno di vita resta il suo piccolo cagnolino Flaik, e sarà lui, in qualche modo, a veicolare il destino di Umberto.
Umberto D (1951): scena
La solitudine di Umberto è palpabile(rafforzata da un’onesta recitazione di Carlo Battisti),lotta per sopravvivere cercando di mantenere il suo orgoglio(come non citare la scena del suo tentativo di chiedere l’elemosina),ma la dura realtà atterrerà ogni suo tentativo di ripresa.
Non c’è preambolo sulla vita di Umberto, sul suo passato, restando in qualche modo“anonimo”, tale da poterlo associare a simbolo di un disagio comune.
Il film è un affresco desolato e duramente realistico(tanto da suscitare le ire della classe politica di allora) della società dell’epoca(e per certi versi ancora attuale), del disagio subito da pensionati e ceto medio. Oltre al valore storico, il film coinvolge e commuove nella sua semplicità, totalmente efficace nel trasmettere il messaggio che vuole lasciare.
Voto:10
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