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Umberto D.

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su Umberto D.

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10 Secondo capolavoro assoluto, dopo Ladri di biciclette, del regista/attore che, dietro la macchina da presa, trovò il suo momento di gloria durante la stagione del Neorealismo, ma che in seguito si sarebbe dedicato a produzioni commerciali molto meno ambiziose. Umberto D. è un film che ormai ha acquisito rinomanza internazionale e merita di rientrare fra i classici del cinema sulla terza età: un film amaro e desolato che all'epoca in cui uscì suscitò furibonde polemiche per il disincanto e il pessimismo che sembravano trapelare dalle sue immagini. In realtà, nonostante l'indubbio sentimento di disperazione, il film vibra di umanità dal primo all'ultimo minuto, è straordinariamente commovente pur rifiutando i facili patetismi e i ricatti sentimentali. Un film che trasmette un elevato senso di dignità, perfino il concetto di "responsabilità" che sta dietro a ogni scelta umana.  Sceneggiatura di Zavattini scrupolosamente rispettosa dei principi fondanti dell'estetica Neorealista, interpretazione sobria e intensa del professore di Linguistica Carlo Battisti, regia all'insegna della concisione e del rispetto per il personaggio. Oltre al personaggio di Umberto, memorabile anche la servetta di Maria Pia Casilio e molto efficace nella sua perfidia il personaggio della padrona di casa interpretato da Lina Gennari. La musica del maestro Cicognini fa pensare più volte alle partiture Chapliniane, e il confronto col cinema dell'immortale Charlot viene spontaneo anche se si considera il rapporto di tenerezza e solidarietà fra Umberto e il cane Flaik. La sequenza del tentativo di suicidio è straziante, ma i momenti indimenticabili sono numerosi, dalla degenza in ospedale ai discorsi con la giovane domestica incinta, dalla visita al canile alle passeggiate con l'animale a Villa Borghese. Un grande classico che non ha perso nulla della sua forza espressiva.

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