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The Model

Regia di Mads Matthiesen vedi scheda film

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La recensione su The Model

di OGM
7 stelle

È la solita storia. O forse no. C'è qualcosa da scoprire, in questa ragazza danese che si trasferisce a Parigi per entrare nel mondo della moda. In fondo, non c'è nulla di nuovo, nella sua amara vicenda piena di difficoltà e disillusioni, umiliazioni e tradimenti. Solo che lei non è come tutte le altre.

Una vicenda tipica, notoria, scontata. Eppure raccontata con il piglio di un’emozionata autorialità. La giovane Emma è una ragazza come tante, con un grande sogno nel cassetto: quello di diventare una famosa fotomodella. Dal suo paese di origine, in Danimarca, si trasferisce dunque a Parigi, nella speranza di fare carriera, e di arrivare magari, un giorno, a posare per Chanel. Il resto della storia è presto detto: il mondo della moda si rivelerà pieno di insidie, di facili illusioni, governato dalla superficialità nei rapporti umani e da passioni disgiunte dalla morale. Anche lei, oltre che vittima, ne diventerà complice, parteciperà al gioco, un po’ per interesse, un po’ per la sua curiosità  da sedicenne di provincia che vuole provare a conquistare il mondo. I suoi grandi occhi conservano, anche quando non sono messi in risalto dal trucco, una profondità tormentata, una voglia di capire, di esplorare i propri limiti: una ricerca che può essere effettuata solo rispondendo, comunque vada, ai dissonanti richiami della realtà circostante. Benché la telenovela sia sempre la solita, e, per noi che vi assistiamo, non vi sia nulla di nuovo sotto il sole della decadente ville lumière, questo film si rivela sorprendentemente in grado di mantenere alta la tensione, catturando la nostra attenzione tramite le sfumature di tenera incertezza che, tra uno sguardo di sfuggita ed un sospiro di traverso,  tingono l’operato di Emma di carezzevoli pennellate di poetico dubbio. Il cinismo dell’ambiente si lascia docilmente striare dalla scia dei suoi pensieri fanciulleschi, di cui, attraverso i mutevoli accenti della sua acerba fisicità, sembra davvero di poter sentire il profumo. La sua espressività si mescola, alla ricercata volgarità del suo entourage, con la forza vitale di un romanticismo dolce e selvaggio,  soavemente pungente come una fragranza speziata. È una bambina che si traveste da adulta, ma senza fingere, semplicemente tirando fuori da sé quell’energia primordiale che, all’occorrenza, scaccia la solitaria debolezza del desiderio per sostituirlo con l’imperiosa voluttà dell’essere desiderata. Questo racconto, al di là della prevedibilità degli eventi – che prendono una piega fastidiosamente trita nel finale – è, nell’anima, il polveroso tracciato di un turbine, un vortice d’aria uscito dalla foresta per venire a scompigliare le vie cittadine, e poi smarritosi nelle contorte strade prive di foglie, di leggerezza, di elementi sensibili al suo passaggio. Emma, nonostante tutto, prosegue la sua danza, anche se barcolla e inciampa. E conserva la sua grazia implume, la sua spontaneità inesperta, di cui riesce a fare un punteruolo, con cui graffiare  l’indifferenza, incidere la prepotenza, sfregiare l’altrui ipocrisia. È una lolita la cui sensualità appare imbevuta di lacrime trattenute, inghiottite e tramutate in linfa. Una figura, al contempo, impressionista ed espressionista, adombrata dai chiaroscuri ma accesa da uno scomposto urlo interiore. La toccante interpretazione di Maria Palm e la finissima regia di Mads Matthiesen si applicano ad una trama senza sugo, e questo può spiacere: ma ci rimane comunque il gusto di poter vedere rivoltato, in chiave delicatamente artistica, il logoro canovaccio dello squallore che si nasconde dietro le pagine patinate delle riviste.  

    

Maria Palm

The Model (2016): Maria Palm

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