Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ci andremo e io spero di esserci, per esserne testimone. Sopporterò i 12 minuti di ritardo delle comunicazioni e lascerò che i media mi subissino di informazioni anche inutili. Lo so che molti pensano che affrontare un'impresa del genere sia folle, che l'umanità abbia problemi ben più seri e priorità ben più importanti, ma siamo fatti così. La nostra natura di "disobbedienti" ci ha sempre spinto a superare i limiti, lo facciamo continuamente, in qualsiasi campo, è qualcosa che ci fa sentire vivi. Quindi la domanda non è se, ma quando... e sembrerebbe che accadrà relativamente presto!
The Martian, quindi, non è un film di fantascienza ma di realscienza, anzi di similscienza considerate le – diciamo così – licenze poetiche che fanno sicuramente storcere il naso agli ingegneri aerospaziali.
Insomma, dopo sei mesi di viaggio spaziale arrivi su un pianeta ostile, sei lì che fai i tuoi esperimenti, ti godi la gravità ridotta a un terzo, prelevi campioni, spari cazzate con i tuoi compagni di viaggio, ma arriva la tempesta e Dio solo sa quanto siano estreme (e imprevedibili?) le tempeste su Marte. Scappi o almeno ci provi, ma ahimè una folata di vento un po’ più forte ti fa svolazzare e sbattere a terra, lontano quanto basta per perdere la navetta che annulla in tutta fretta la missione e torna sula Terra. Sei morto! O almeno è così che credono tutti. Ma, dopo qualche ora (ma le tempeste su Marte non durano mesi?) invece ti svegli, hai un tondino di ferro conficcato nella tuta spaziale, dolore si, ma la fortuna è che quel tondino di ferro ha bloccato la depressurizzazione e quindi, sei salvo... beh, se così si può dire quando ti ritrovi da solo a 56 milioni di Km dalla Terra e oltre alle poche provviste, scopri che ti hanno lasciato della pessima disco music anni ’70 da ascoltare.
Non voglio spoilerare oltre, questa era la premessa mentre il resto è la storia – avvincente – di come un brillante botanico ce la metta tutta per tentare di sopravvivere in quelle condizioni un numero di sol (i giorni marziani che poi durano praticamente come quelli terrestri) sufficienti ad intercettare la prossima missione su Marte.
Non c’è che dire la Giordania è incantevole, le trovate ingegnose e pare scientificamente plausibili, Damon è bravo, la storia tiene bene le due ore abbondanti, ma veniamo ai nei, eh si ce ne sono perché gli americani sono tanto bravi quanto boriosi e saccenti:
Digerito tutto questo che in fondo non è pesantissimo, il film è e rimane uno spettacolo degno e godibile, certo avrei mantenuto un tono meno scanzonato e reso meno "facile" la vita al marziano che in fondo sembra cavarsela sempre alla grande e senza eccessivi problemi.
Dai ok, andate pure a vederlo, ne vale il biglietto.
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