Espandi menu
cerca
The Hateful Eight

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Ascasubi

Ascasubi

Iscritto dal 15 agosto 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 5
  • Post -
  • Recensioni 63
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Hateful Eight

di Ascasubi
8 stelle

Il crocefisso mostrato coi titoli d’apertura ha il corpo quasi completamente coperto dalla neve e il volto di un Cristo di Grunewald. E’ il Signore Dio riformato dal volto emaciato dalla sofferenza Che ama poco e perdona anche meno. Ci consegna una storia che sembra appartenere a Caronte: qui nessuno dei protagonisti ha la casacca mondata dal peccato perché la sorte bizzarra e spietata si è limitata a distribuire molte patenti di carnefice e una sola di vittima, per quanto colpevole. Si tratta di una donna, Daisy (Jennifer Jason Leigh), destinata alla forca i cui peccati non sono discussi e discutibili, lei è soltanto una preda e una posta in gioco e pertanto deve rimanere ammanettata al polso dell’intransigente cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russel). 

E’ un gioco di sadica spavalderia quello di John: egli sa benissimo che la dura e proverbiale legge dead or alive potrebbe riservargli il più comodo sentiero della consegna di un corpo morto, che non si dimena, che non si produce in rispostacce e che, soprattutto, non necessita di sanguinosi salvataggi di eventuali complici. E’ un dubbio che assale i protagonisti prima ancora che gli spettatori, ma il film verte su questo aspetto, un’opzione che assume i connotati della missione improbabile e mai della clemente e consapevole consegna alla giustizia.

C’è infatti chi ha fatto la scelta opposta, o meglio le scelte opposte visto che è rimasto bloccato nella bufera senza cavallo ma con tre cadaveri così sommariamente giustiziati. Si tratta di un’altrettanto stagionato cacciatore di taglie, il rancoroso e terribile “negro”, il maggiore Marquis Warren (Samuel Jackson). Egli, dopo faticose precauzioni, monta, armi e cadaveri, sulla stessa diligenza che trasporta John e Daisy. Date le impossibili condizioni climatiche, la destinazione temporanea non può che essere l’emporio di Minnie: Red Rock - la cittadina della forca e dei compensi - è troppo lontana. Così l’emergenza stuzzica ulteriormente il caso. Infatti anche il sedicente neo-sceriffo di Red Rock, anch’esso bloccato dalle estreme avversità climatiche, si unisce al funesto convoglio. Ciò avviene non senza diffidenze e difficoltà. Peraltro il nuovo tutore della legge, Chris Mannix (Walton Goggins), è un ex confederato, nemico dell’abolizionismo e per giunta appartenente ad un sanguinoso gruppo paramilitare; va da sé che gli attriti con il maggiore scattano immediatamente.

Una volta raggiunto l’emporio, nel pieno della bufera, gli appartenenti al convoglio avranno una sorpresa: Minnie e il suo compagno sono assenti, al suo posto vi è un misterioso vicario messicano, all’interno alcuni ospiti la cui identità rimane dubbia. Qualcuno, almeno uno di loro, mente…

 

Il film è strutturato in sei atti che scandiscono un esteso lungometraggio, piacevolmente logorroico e mai noioso. La voce narrante compare solo a metà del film, una stranezza apparente che potrebbe essere interpretata come una licenza per puntellare la complessa sceneggiatura, ma che in realtà accompagna discretamente la diegesi narrativa senza intervenire nella definizione dei caratteri già così magistralmente scolpiti dal maestro Tarantino.

Il film non è una sagra dedicata alla violenza, Tarantino gioca con essa, la preannuncia rappresentandola come una bomba nel lento bruciare di una miccia. La sfida è una gara mai impari tra i sangue-freddo mentre il flashback su Minnie trova e salva l’umanità del mondo western che non può essere seppellita dalla neve e neanche dalla polvere da sparo.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati