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The Hateful Eight

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su The Hateful Eight

di champagne1
7 stelle

Otto piccoli bastardi (senza gloria).

Anni dopo la Guera Civile, nel gelido inverno del Wyoming si incontrano Marquis Warren, un bounty-killer che consegna di solito i corpi dei ricercati già freddi,  e John Ruth, un bounty-hunter che ama invece vedere le sue vittime penzolare dalla forca. I due, costretti casualmente da una bufera di neve, si rifugiano in una baita dove altre persone sono già presenti. John si trascina dietro la sua ultima prigioniera, la cui consegna gli procurerà 10.000 $, ma è convinto che qualcuno dei presenti voglia soffiargli la preda. Presto si accorgerà di avere ragione...

Il Tarantino che non ti aspetti. Impianto scenico tutto in un interno e dialoghi in stile teatrale: l'ispirazione neanche troppo velata da "Invito a cena con delitto" e ancora prima da "Dieci piccoli indiani".

Diviso in sei capitoli alla maniera (anche grafica) di Kill Bill, il film parte dando l'impressione che il Regista voglia sublimare l'aggressività e la violenza che di solito esprime nelle sue storie in una dimensione dialettica che di fatto caratterizza la prima e gran parte del film, fino a che però - dopo l'intervallo -  la tensione non si riesce più a trattenere e quindi esplode nel finale con i noti e forse anche più marcati splattering, in un tono liberatorio che a tratti sfiora il grottesco.

Certo, se ci fosse lo sceneggiatore de "Il ladro di orchidee", avrebbe sicuramente da obiettare su come la fase delle spiegazioni e dei disvelamenti si basi sull'uso della voce fuori-campo e sul deus ex machina finale, che sembra rompere l'unità di luogo fin lì sapientemente costruita.

Ma a Tarantino si può perdonare (quasi) tutto: in primo luogo perché alla fine fa sempre divertire (e questo nella Settima Arte è essenziale), ma anche per il suo stile sempre diretto con un linguaggio sapientemente miscelato fra citazioni colte, riferimenti politici e lemmi volgari senza alcuna censura.

Io ho visto la versione "roadshow", quella da 187 minuti di proiezione, comprese scene tagliate e contenuti speciali sonori con le musiche di Morricone, in una sala che aveva lo schermo adatto a esaltare le magie del 70 mm: insomma uno spettacolo nello spettacolo!

Ricordo che è merito della fotografia di Richardson, che ha filmato The Hateful Eight in questa "antica" tecnica, se possiamo godere di tali stupende e definite immagini da grande schermo in stile anni '50-60, avendo evitato il ricorso ad ogni tramite digitale. Operazione originale (la precedente era stata più di venti anni fa, quando nel 1992 Ron Howard filmò Cuori Ribelli) e controcorrente che ci definisce ulteriormente il personaggio Tarantino.

 

 

 

 

 

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