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The Hateful Eight

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Hateful Eight

di hallorann
7 stelle

Prima di Red Rock c'è Deep Red...

“Riserve, discutibile”, scrivevano un tempo i recensori di Famiglia Cristiana. THE HATEFUL EIGHT ha numerose riserve ed è oltremodo discutibile. Le prime due ore sono un capolavoro sopraffino di stile, scrittura e direzione degli attori. L’ultima ora manda in vacca quanto di buono c’era stato in precedenza. Ma non è solo questo. Certo è una preparazione alla resa dei conti finale, in cui ogni tassello andrà al posto giusto. Già i caratteri ci dicono molto sugli sviluppi futuri. Il trio formato dal Maggiore Warren, da John Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue suggeriscono che il primo è un “negro” saccente che arriverà in fondo alla bufera, il secondo un rude e grossolano cacciatore di taglie, manesco e quindi poco incline al ragionamento, la terza dietro le fattezze di simpatica canaglia nasconde un animo selvaggio e ambiguo. Il quarto passeggero sulla carrozza diretta per Red Rock è un petulante e insopportabile rappresentante della legge destinato dunque a sopravvivere. Giunti alla locanda quel rompipalle di Warren intuisce che Bob il messicano è un bugiardo e il resto una messa in scena. Al contrario di Ruth che gracchia e pensa ai suoi 10.000 verdoni da incassare, i vari Oswald Mobray, Joe Gage e il generale (dimesso e seduto in poltrona) fanno parte dell’arredamento della locanda e ci stanno bene. Il maggiore nordista sistema il vecchio generale razzista, così giustizia è fatta. Caffè nero bollente, avvelenato. E qui scatta ancora Warren la sentinella a mettere tutti sull’attenti. Quel tontolone di Ruth e quell’innocuo cocchiere di OBJ ci rimettono gli stomaci e le interiora. Qualche ora prima di mattina. A questo punto bisogna parteggiare per gli uni o per gli altri. Io decido di parteggiare per quel topo di dispensa di Jody e soprattutto per la sorella, gran figlia di puttana di Daisy. Il carnevale di sangue di Tarantino ha inizio: teste che saltano, piombo che squarcia carni e dilania centimetri di pelle, rantoli di dolore e di vendetta. Anche il fittizio Joe Gage ci lascia. Il grottesco si impossessa del film o se vogliamo Peckinpah non abita qui, piuttosto le TENEBRE Argentiane. Non sarà la lettera vera o presunta di Lincoln, con il passaggio toccante, a far cambiare idea. Il finale politico di Tarantino è un compromesso alla buona, un accomodamento della Storia americana secondo Quentin: trionfa la legge del beota Mannix e la supponenza dell’uomo di colore Warren. Contro ogni forma di razzismo. Applausi. Ma sinceramente, THE HATEFUL EIGHT, è riassunto dalle musiche del maestro Morricone, che salgono salgono intense e inquietanti nella tormenta di neve e vento (la protagonista non secondaria), mentre OBJ e Mannix puntellano di paletti il tratto di neve dalla locanda rifugio alla lattrina. In quello stacco Tarantino interrompe il crescendo Morriconiano, ed ecco il coitus interruptus su ciò che poteva essere e non è stato. L’autore si avvita su se stesso, per forza deve esplodere e tracimare nello splatter altrimenti non è Tarantino. Va detto che dei suoi film resta proprio quest’aspetto, i dialoghi e i personaggi, mai il messaggio. Che forse neanche c’è (ergo il finale consolatorio). Non è mica vero che si ispira a Leone, non possedendo neanche un briciolo di afflato epico deve ricorrere ad uno stilema mutuato dai generi bassi che nelle sue mani diventano oro. L’empatia per i protagonisti c’è sempre per fortuna, intatta e inconfondibile. Tutti grondanti fascino, tranne l’aggiornamento reiterato del killer e predicatore logorroico Jules di Samuel L. Jackson. La mia ammirazione va al “messicano” Demiàn Bichir, al grande vecchio Bruce Dern, al sottovalutato Michael Madsen, la biondina Six-Horse Judy di Zoe Bell. Però Jennifer Jason Leigh in versione Janis Joplin del West è sublime.

 

Jennifer Jason Leigh

The Hateful Eight (2015): Jennifer Jason Leigh

Michael Madsen

The Hateful Eight (2015): Michael Madsen

Demián Bichir

The Hateful Eight (2015): Demián Bichir

Bruce Dern

The Hateful Eight (2015): Bruce Dern

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