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Irrational Man

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Irrational Man

di monsignore
8 stelle

Allen tributa ancora una volta un suo film al suo Maestro di sempre, quell'Ingmar Bergman il cui film "Luci d'inverno" i due protagonisti dell'ultimo lavoro di Allen vanno a vedere, in una delle loro prime uscite insieme. È un film filosofico? Non so, certo è un film in cui la filosofia è costantemente presente nella vita dei protagonisti.

Allen ancora una volta dedica un suo film al suo maestro, Ingmar Bergman. Il professore di filosofia, dove conduce la sua allieva in una delle loro uscite pomeridiane, se non a vedere 'Luci d'inverno', nel cinema del Campus? È un film filosofico? Non so, ma è certamente un film che parla di filosofia, delle scelte morali di kantiana memoria, del nichilismo di cui è affetto il professor Abe Lucas, dell'esistenzialismo con cui crede di divincolarsi per riappropriarsi della vita, della preferenza per la filosofia continentale rispetto a quella analitica. Come rendere migliore il mondo se non liberandolo dagli individui che lo rendono peggiore? Il protagonista non è un proselito del Darwin Awards, anche perchè in quel caso si premiano coloro che lasciano questa terra per eccessiva stupidità, ma ci va molto vicino. Il Macguffin narrativo prescelto da Allen nel suo ultimo film ricorda vagamente un triste episodio di cronaca nazionale, il caso Marta Russo (la teoria del delitto perfetto, per mancanza di movente, per assoluta assenza di rapporti pregressi con la vittima, come dimostrazione di tante lezioni tenute in aula su questi argomenti etc.). Solo che nel caso di Irrational man, vi è alla base una scelta morale che il Caso (altro evidente protagonista del film) nobilita con il colpo di scena finale. Lo strumento scelto dal Caso è uno strumento utile preferito dalla protagonista in un Luna Park in luogo di altri oggetti, magari di maggior valore e di astratta bellezza. Apprezzatissima la scelta del brano dominante nella colonna sonora del film, quel "The 'in' crowd" con il quale il Ramsey Lewis Trio ottenne grandissimo successo negli anni '60 rielaborando un brano di Dobie Gray. E poi il 'solito', ma sempre efficace nel nobilitare qualsiasi colonna sonora, J.S.Bach. Se proprio vogliamo fare un appunto alla costruzione narrativa, forse Abe Lucas avrebbe dovuto indossare un guanto anche nel momento dello scambio dei bicchieri. In definitiva, un film riuscito perchè induce gli spettatori a riflettere e a discutere all'uscita dal cinema ed è quella che dovrebbe essere la missione di ogni buon film perchè, come disse Fassbinder, i buoni film aprono la mente.

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