Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Oggi vi voglio raccontare la storia di un uomo che tanto errò, tanto viaggiò. Voglio ma non lo farò ché tutti siamo più o meno a consocenza della trama di Revenant, e d'altronde ne sminiuirei l'impatto linguistico.
Ovviamente non mi è piaciuto. È probabile però che inserisca un mucchio di link e immagini perché ho appena scoperto questa funzione nell'editor e voglio sfruttarla il più possibile. [purtroppo manca il correttore ortografico, quindi se sbaglio mi corigerete]
Bene. Il film ha una buona fotografia, l'uso di un grandangolo spinto (quasi fisheye a volte) ha sicuramente una funzione meta-narrativa, un non-luogo manifesto di intenti, evidenziare la volontà del regista di cogliere il rapporto dialettico e di interdipendenza tra uomini e uomini, uomo e natura, male e bene. Sto ovviamente esprimendo i miei 2$, quindi potrei essere fuori strada come un gibbone in Canada. Di Caprio è bravo, anche se è evidente la sua scelta di un ruolo classicamente "da oscar" nella misura in cui più che la recitazione vera e propria conta il grado di sudore e sangue che uno ci mette nella parte [questo è un punto molto americano di considerare la "bravura" di un attore, e credo, ma non ne sono certo, la bravura in genere, ma aprirei un altro discorso, dove porta, nessuno lo sa], quindi ok la recitazione soprattutto però il training da Army Ranger per poter dire, gente o l'oscar o la prossima volta vado diretto in A'stan a combattere i talebani in presa diretta, fate voi.
GIF SIMPATICA
SPAZIO VUOTO PERCHÈ LA GIF DI DI CAPRIO MI DISTRAE
La tenacia con cui Inarritu spreme e guida il racconto per confermare la sua tesi ha ahimé il carattere della petizione di principio, vedi - voce di Inarritu - coloro i quali cercano di violentare, brutalizzare il prossimo, di schiacciarlo, schiavizzarlo, non hanno che la medesima attitudine nei confronti della Natura [e Inarritu sapientemente non sviluppa una retorica della Natura come madre accogliente, pheeew almeno quello ce lo risparmia]. È chiaro che il discorsetto per I. vale soprattutto per il colonozziatore, "l'uomo bianco", l'usurpatore delle terre altrui, l'unico la cui ferocia non abbia una reale motivazione, infatti gli indigeni anche i più crudeli hanno nel film sempre una giustificazione morale (e fisica) al loro comportamento. Questo può essere intrecciato alla visione di un Americano non americano a stelle e strisce. Come dicevo purtroppo, questa sua Weltanschauung, a differenza di un film grandioso come io reputo Balla coi Lupi, cala immanenente dall'alto, è programmatica, noiosamente didattica, uccide il film per lasciar vivere il regista, si potrebbe dire.
Bene questo è quianto.
P.S. Avete notato come Di Caprio con la barba preso da grandangolo assomigli a Giuliano Ferrara?
Ciao.
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