Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Non sempre la lentezza è indice di vera introspezione e riflessione , così come non porta esclusivamente alla profondità ed estetizzazione di un sentimento , in questo caso il dolore e la rabbia per un grave torto subito.
Secondo il mio parere Inarritu in questo lavoro ha oltrepassato il limite in vari passaggi dandogli una pesantezza che anzichè enfatizzare la forza di volontà che spinge il protagonista a sopravvivere oltre ogni aspettativa possibile e creare empatia con lo spettatore , lo allontana rendendolo quasi fastidioso ; sia nell'attesa di uno sviluppo narrativo sia nella rappresentazione (splendida e coinvolgente comunque ) dei sogni .
Nonostante ciò è una storia potente ed emozionante , una figura paterna unica , piena di amore rude e sincero , ambientata in luoghi che sono più che uno sfondo scenografico , direi protagonisti assoluti.
Gli attori completamente calati nel tempo e nei rispettivi personaggi ; dialoghi essenziali e privi di pericolose banalità che avrebbero tolto spessore al racconto.
Un film potenzialmente molto buono se non fosse stato per uno scivolone incredibile che personalmente non avrei creduto possibile trovare in questo contesto ; due scene in cui il " nostro" sfugge a frecce e pallottole in un modo tale da fare invidia ad un supereroe dei fumetti per poi concludere la folle corsa a cavallo e planare , dopo svariati metri in caduta libera , su di un albero come fosse un prato di erba medica .
Ecco ..... uno schiaffone tremendo che mi ha fatto sussultare sulla poltrona ed imprecare contro questa infelice trovata che ha rovinato tutta l'atmosfera fin lì pregna di scene crude , strazianti e vere .
Certo il protagonista aveva già dato prova di una resistenza fisica non indifferente e forse al limite della credibilità ma poteva essere giustificata da una forza interiore ed una rabbia infinita che , volendo , può rafforzare ben più del previsto .
Ma è altra cosa .
Peccato .
Resta comunque un buon film .
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