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Revenant - Redivivo

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su Revenant - Redivivo

di AgentCooper
7 stelle

Un film selvaggio tanto quanto il suo paesaggio ma che finisce proprio per essere ridonadante, soprattutto grazie a situazioni non sempre all'altezza del protagonista

Quanta attesa per The Revenant, forse fin troppa. Il rischio si sa, quando ci si fanno aspettative troppo alte è quello di rimanere delusi. Il caso, almeno in parte non è questo. Dico in parte perchè è impossibile non notare l'imponente mole di lavoro che è stata fata da Inarritu e dalla sua troupe. Senza contare due attori al massimo della loro forma come Di Caprio ed Hardy, rispettivamente nei panni di Hug Glass e Fitzegerald. 

La differenza tra i due personaggi si vede. Il primo ama il silenzio (d'altronde lo dice anche lui stesso nel film) e non parla quasi mai mentre l'altro utilizza la parola a proprio vantaggio in molte occasioni all'interno del film. Due opposti dunque che si rincorrono per tutto il film. O meglio Glass insegue Hardy per vendicare la morte del figlio. Brama vendetta, ed è questa il motore che traina tutte le (eccessive) due ore e mezza del film.

Leonardo DiCaprio

Revenant - Redivivo (2015): Leonardo DiCaprio

Di Caprio, non essendo molto loquace ha fatto un lavoro fisico straordinario all'interno del film. Le emozioni che prova le notiamo tutte (ma non solo le sue) grazie anche ad una macchina da presa che volteggia sempre attorno al protagonista senza perdere una sola emozione. Inarritu si serve di numerosi piani sequenza (straordinari quello dell'imboscata e quello dell'attacco dell'orso) e di long take per far immedesimare lo spettatore all'interno del paesaggio (sia fisico che mentale). Già perchè se c'è un vero protagonista all'interno di questo film non è tanto l'uomo ma la natura e le condizioni climatiche impervie che attanagliano il nostro protagonista. Tutto questo è valorizzato da una delle più belle fotografie che io ho visto in questi ultimi anni. Molte volte in sala avrei desiderato il ferma immagine per poter godere al massimo di quei dettagli. La neve che si scioglie, il riflesso del sole su di essa, le foglie congelate, l'aurora boreale. Dal punto di vista tecnico questo film è il massimo che il cinema può offrirci al giorno d'oggi. 

scena

Revenant - Redivivo (2015): scena

Tutto oro quello che luccica? Ebbene no, dato che il film eccede in molti fattori. In primis quello della durata. La pesantezza della parte centrale, dove Glass non fa altro che precipitare da una situazione nefasta all'altra dopo un po' stanca. E soprattutto ti viene da domandarti che mira hanno quegli indiani che non riescono a beccare neanche un uomo a cavallo da 1 metro di distanza. Pecche che risiedono in fase di sceneggiatura. Si è talmente guardato al lato puramente estetico che si sono dimenticati la parte più importante: la storia e le situazioni che derivano da essa. Tante piccole forzature (che non sto qui a citare) sommate fanno comunque una montagna. Ed è un peccato vista la confezione con cui ci viene proposto questo The Revenant. 

Tom Hardy

Revenant - Redivivo (2015): Tom Hardy

Inarritu ci mostra qualsiasi dettaglio: dall'uccisione dell'orso allo sventramento del cavallo fino ad arrivare alle imboscate più cruente mai viste al cinema. Situazioni violente, girate con garbo ma che finiscono dopo un po' per perdere il loro significato e diventare ridondanti. Da questo punto di vista avrei tagliato circa mezz'oretta di film. Probabilmente il coinvolgimento ne avrebbe giovato dato che dopo un po' l'empatia che provi con il protagonista scema. 

La cosa che però ho adorato di più di tutto il film è l'utilizzo dei primi piani. La faccia di Di Caprio, ma anche la follia che s'intravede negli occhi di Fitzgerald sono espressivamente rese al meglio. Ogni ruga, ogni movimento di sopracciglio si nota grazie alla macchina da presa (e alla fotografia che non plastifica i personaggi ma da loro vita). Si dice che il primo piano sia il paesaggio dell'anima. Ecco,qui Di Caprio nonostante questa non sia la sua interpretazione migliore incarna perfettamente l'idea della solitudine, di un corpo che pian piano sta marcendo e che ha perso tutto.

In definitiva un film selvaggio tanto quanto il  suo paesaggio ma che finisce per essere ridondante, soprattutto grazie a situazioni non sempre all'altezza del protagonista.

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