Regia di Jocelyn Moorhouse vedi scheda film
Quando scende alla stazione ferroviaria di un piccolo paese rurale australiano, nessuno potrebbe riconoscere in quella bella donna piena di classe e che sfoggia abiti elegantissimi, la piccola Tilly scacciata via da lì a 10 anni per aver causato la morte di un compagno di scuola. Neanche la madre, Molly “la pazza”, che vive in uno stato di degrado e di abbandono, ignorata dalla maggior parte della comunità e bollata come “sgualdrina”.
Ma il riavvicinamento delle due donne (“pensavi che ti saresti presa cura di me, e invece sono io che mi prendo cura di te”) le aiuterà a cercare di superare il trauma di venti anni prima...
Sembra l'inizio di un film western intriso di toni di commedia e con una storia basilarmente semplice: un torto subito nell'infanzia che richiede il riscatto o nella possibile redenzione o nella clamorosa vendetta.
Ma come spesso fa il cinema australiano, anche questo film ti stupisce, più che per la storia in sé, per la modalità del racconto. Che non segue un filo narrativo lineare ma, giocando coi dettagli, evocando suggestioni e citazioni nonché mescolando presente e flash-backs del passato, arriva a portare fuori strada lo spettatore, anche con qualche incongruenza di fondo (il ruolo del golf nella storia ..).
Io per esempio ho pensato per 3 volte di essere arrivato all'epilogo e poi invece la storia – che sembrava finita – ripartiva in un altro modo.
Restano nella mente le belle interpretazioni di Kate Winslet e Judy Davis, che infatti hanno vinto gli Oscar australiani nel 2016 rispettivamente come miglior attrice protagonista e non protagonista, a rappresentare la lotta dei loro personaggi contro una bigotta comunità alla periferia del mondo in quegli anni '50 fino a una chiusura noir che stempera l'eccessivo fair-play delle prime battute.
PS: a qualcuno - vedendo la rivalità fra la sarta vecchia e nuova - è venuta in mente Donna Mimma, di Luigi Pirandello?
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