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L'uccello dalle piume di cristallo

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su L'uccello dalle piume di cristallo

di Stefano L
8 stelle

L'uccello dalle piume di cristallo, tutte le curiosità sull'esordio di  Dario Argento - Horror Italia 24

 

Alla sua prima direzione Dario Argento mostra già un'intrigante levatura stilistica verso il thriller di genere, scomponendo e ricodificando il compendio hitchcockiano dei prodotti d'oltreoceano. Sam Dalmas (Tony Musante) è un romanziere che soffre del classico “blocco dello scrittore”. È andato a Roma per rilassarsi, insieme alla sua fidanzata modella. Proprio mentre decide di tornare a casa, assiste a un uomo in guanti neri che attacca una ragazza all'interno di una galleria d'arte. Nel disperato tentativo di salvarla, può solo guardare, indifeso e intrappolato tra due porte meccaniche mentre lei chiede aiuto. La donna è Monica Ranier ed è la moglie del proprietario dell’edificio. Sopravvive all'attacco, ma la polizia pensa che Sam possa aver avuto qualcosa a che fare con il crimine, quindi conservano il suo passaporto in modo che non gli venga in mente di lasciare il paese, in quanto rimane l'unico testimone. L’uomo continua ad essere ossessionato da ciò a cui è sopravvissuto; gli manca un indizio vitale che potrebbe risolvere il delitto. L'aspetto saliente del film è che pone le basi di tutti i temi tipici che si trovano all'interno del registro tendente al giallo d’autore. C'è il traumatico omicidio iniziale, lo straniero che si sente obbligato a fare il detective, l'offuscamento e la confusione nelle distinzioni delle individualità esposte; il protagonista sa di aver visto una chiave del puzzle che non ricorda finché non è quasi troppo tardi. Argento rappresenta le reminiscenze frammentate tramite una serie di brevi clip, fermo immagine e zoom dell'incidente, il tutto accompagnato dalla perpetua colonna sonora jazz atonale di Morricone. I personaggi secondari sono però un po' legnosi e i dialoghi non sempre all’altezza degli ottimi interpreti principali (di cui si distingue anche la bellissima e inquietante Eva Renzi). Questo perché il regista fondamentalmente pensava agli attori come oggetti di scena umani; la cosa più importante era dove venivano posizionati e come si muovevano. La pellicola quindi garantisce un livello di suspense notevole, al netto delle evidenti imperfezioni. In quanto allo stampo personale che diventerà identificabile nei lavori successivi, va notato l’utilizzo allucinato delle chiazze ombreggianti degli interni nella fotografia di Storaro; un penchant sopraffino che renderà raccapriccianti anche gli elementi apparentemente marginali. Quest'insieme di competenze professionali nel comparto tecnico riescono ad arginare in parte le evidenti crepe della scrittura. Grandi incassi sia in Italia che all'estero, nonostante alcune prime edizioni vennero distribuite nel modesto formato Super 8. Oggi facilmente reperibile in una degna pubblicazione restaurata.

 

 

 

 

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