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007: Spectre

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su 007: Spectre

di will kane
7 stelle

Attesissimo, il secondo film di James Bond diretto da Sam Mendes, ed il quarto con la spia interpretata da Daniel Craig, ha un titolo quasi elementare, riconoscibilissimo dai fans e non della serie dell'agente segreto inventato da Ian Fleming: che gli episodi con Craig fossero, a differenza dei precedenti, maggiormente connessi tra loro, era un disegno chiaro, ma non si era ancora profilata l'organizzazione criminale internazionale dalla potenza incommensurabile, presidiata dalla nemesi bondiana per eccellenza, Ernst Stavro Blofeld. Non ci dimentichiamo che l'operazione iniziata nel 2006 con "Casino Royale" è stato un vero e proprio reboot della serie, giunta al capitolo 24: dopo aver perso "M", morta nel finale di "Skyfall", ritroviamo 007 a Città del Messico, mascherato in mezzo alla tradizionale "Festa dei Morti", un carnevale in cui folleggiano scheletri, teschi e quant'altro di funerario, ma in chiave giocosa, intento a sventare un attentato, in lotta con un cattivaccio che assomiglia a Abel Ferrara, per poi proseguire l'avventura tornando in Inghilterra, giungendo in Austria, fino in Marocco e di nuovo a Londra, sulle tracce di un messaggio vago, che lo rimanda al proprio passato, e verso una misteriosa associazione che compie misteriose riunioni, e fa soldi speculando su terrore e morte. Diciamolo subito, "Skyfall" aveva colpito più a fondo, tessendo una trama complessa ed eloquente nella rielaborazione della mitologia bondiana, ma "Spectre" è un titolo che cresce nello spettatore con più lentezza, come certi liquori necessitano di essere gustati appieno per dare la loro reale cifra. Mendes cita, consapevolmente, altro cinema, come "Lo squalo" (i bidoni che schizzano via legati tra loro, uno alla volta), "Eyes wide shut" (gli spettatori alla riunione esclusiva, in un clima di cupezza e tensione), "Potere assoluto" (una figlia che scopre l'amore del padre in una stanza mai esplorata, con foto sulle pareti), e realizza sequenze d'azione tesissime e spettacolari, la più bella forse l'inseguimento tra aereo e auto sulla neve. Potrebbe essere l'ultimo episodio di 007 sia per Daniel Craig che per Sam Mendes, anche se i fans sperano il contrario, ed il finale potrebbe essere sia un congedo per il Bond più amato dopo Sean Connery, che una nuova ripartenza, lo sapremo da qui a un anno, più o meno. Resta il fatto che dopo questa tetralogia, che ha cambiato notevolmente 007, facendone un eroe meno spaccone e più destinato a soffrire e animato da uno spirito di vendetta, sarà difficile non tenerne conto, e tornare su un registro nel quale è solo l'azione a prevalere sulla storia.

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