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Nessuno si salva da solo

Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film

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La recensione su Nessuno si salva da solo

di barabbovich
8 stelle

Scene da un matrimonio al Villaggio Olimpico di Roma. Delia (Trinca) e Gaetano (Scamarcio) si sono lasciati. Vanno a cena fuori per pianificare le vacanze dei loro due figli. La cena diventa l'occasione per ricostruire i saliscendi della loro relazione, che dalla folgorazione li ha condotti all'allontanamento. Terzo dei cinque film da regista a essere tratto da un romanzo della moglie Margaret Mazzantini (gli altri erano Non ti muovere e Venuto al mondo), Nessuno si salva da solo è anche quello di gran lunga più riuscito. Merito di una storia comune raccontata attraverso continui flashback con ritmo pulsante, ricchissima di scene madri, capace di offrire una fitta gamma di colorazioni emotive grazie anche a una Jasmine Trinca torva come sempre ma proprio per questo sufficientemente in parte e a un Riccardo Scamarcio di stratosferica bravura. I due impersonano classi sociali e realizzazioni diverse: lei è una nutrizionista della Roma bene con un passato da anoressica; lui viene da Ostia e avrebbe voluto realizzarsi come autore di cinema, finendo invece con lo scrivere sceneggiature per sit-com. Queste stesse differenze di classe sociale riemergono nei dissapori e nelle rimostranze della cena, in un'altalena di potente emotività. Le intermittenze del cuore sono registrate senza calligrafismo ma con qualche cedimento a un eccesso di scrittura ("ho infilato la giacca che metto per buttare la spazzatura e sono andata ad abortire") e con l'unica imperdonabile ingenuità in un film quasi perfetto: quella dello sbandamento favolistico dei dieci minuti regalati a un pur bravo Roberto Vecchioni, che ammannisce anche un pistolotto verbosissimo sulla durata della coppia. E poi: per quanto tempo ancora dovremo aspettarci il saccheggiamento del repertorio di Lucio Dalla?

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