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Nessuno si salva da solo

Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film

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La recensione su Nessuno si salva da solo

di mc 5
10 stelle

Premessa necessaria e anche un pò risentita. Appena è uscito il film ho notato una pioggia (su fb) di critiche vomitate a volte anche con astio nei confronti della signora Margaret Mazzantini. Ora io voglio chiarire una cosa. Non ho mai letto alcunchè della suddetta signora nè credo mai leggerò nulla per cui se qualcuno ha in odio la medesima eviti per favore di prendere a pretesto la mia recensione del film per scatenare odio verso una scrittice che non conosco nel modo più assoluto. Io qui ed ora intendo solo sperticarmi in elogi verso un film che ho letteralmente adorato Un film che mi ha fatto vibrare di sincera emozione e che mi ha decisamente commosso. So bene (e figurati se non lo so) che il film sta collezionando un mix di recensioncine tiepidine insieme ad autentiche stroncature. Embè? Mica è la prima volta che dissento dal giudizio della critica. Poi vabbè conosco su fb un sacco di gente che potevo già preventivamente supporre avrebbe demolito il film, era fatale, perchè una storia d'amore così "nuda" fa storcere il naso a tanti proprio come categoria del pensiero. Posso affermare di aver trovato in Castellitto un "direttore" asciutto, essenziale, preciso e chirurgico. Ma soprattutto due protagonisti clamorosamente bravi. Soprattutto LEI. Scamarcio è indubbiamente cresciuto tantissimo. Dal ragazzino acerbamente "Mocciano" è diventato ora un interprete che cura i dettagli della propria espressività, gestendola con consumata capacità, pur mantenendo una discreta istintività, quella che lo fa rimanere un (più o meno tipico) volto da "bel ragazzo del sud", un viso che mi ricorda la moltitudine di quei fuorisede pugliesi o calabresi che riempiono (spesso in bicicletta) le strade di Bologna. Quanto poi a Jasmine Trinca la sua storia singolare di ragazza comune di Roma prestata al cinema (ed ivi rimasta con merito conquistato su quel territorio) parla per lei. La Trinca fu notata in una scuola romana da Nanni Moretti e prescelta fra tante per la sua "Stanza del figlio". Da lì partì una carriera veloce e inarrestabile, in cui Jasmine ha sempre (con rarissime eccezioni, tipo qualche commedia scadente) privilegiato le scelte di un cinema di Qualità (ricordo ancora con emozione il suo volto devastato nel cartellone di "La meglio gioventù" di Giordana). La ricordo alle presentazioni del film succitato di Moretti: era una pischella timidissima, dopodichè (anche umanamente ovvio) è cresciuta e da quella specie di "ciellina di sinistra" che dava come immagine di sè all'inizio (o forse lo era anche nella vita chissà) prese coraggio -per esempio- nel mostrare alla cinepresa il suo stupendo (ma mi rendo conto che è un'opinione da maschietto) corpo nudo, cosa che ora fa senza apparente inibizione. Ma argomentando più seriamente, io sono rimasto basito nell'osservare in questo film i primi piani del suo bellissimo volto capace di espressioni drammatiche di rara intensità. I suoi occhi in certi momenti del suo lungo incontro con Gaetano a quel tavolo, esprimono una gamma di sentimenti con posture e movimenti del volto e soprattutto -appunto- SGUARDI, che mi hanno fatto tremare d'emozione. E si badi bene che la Trinca non ha fatto mai nessuna scuola per diventare attrice, quegli occhi da paura nella loro impressionante drammaticità sono il frutto di un lavoro che lei stessa ha compiuto su di sè, puro istinto. Un film che tocca il cuore (non di tutti evidentemente, se tanta gente ha nicchiato o ha criticato). Per quanto mi riguarda una appassionata ed appassionante storia che parla di due persone abbastanza comuni (non fighetti per intenderci, e anche il mestiere che fa lui, che poteva far pensare -sai, l'ambiente del cinema- ad una soluzione sterotipata da addetti ai lavori, invece ci è mostrata con molta lieve umanità, come un uomo che di mestiere scrive sceneggiature ma è uno piuttosto normale, tutto fuorchè una macchietta insomma. La vicenda di due persone dicevo, ma in realtà un film che parla anche di noi, di quello che decidiamo di fare delle nostre vite quando ci sposiamo e/o facciamo dei figli. E a questo proposito, se è vero che nulla è eterno per legge naturale o per definizione, è anche vero che se due persone si amano (o hanno conosciuto l'amore quello vero) una porticina rimane per loro sempre socchiusa, non ci sono solo saracinesche abbassate per sempre. Nel corso del film, pare di vedere scorrere l'intera vita dei due coniugi, tanti e altalenanti sono i momenti rivissuti quella sera al tavolo di un ristorante. E in questa specie di psicodramma (perchè QUELLO è sostanzialmente il loro incontro) si succedono momenti lievi ad attimi di intensa drammaticità (più i secondi che i primi), offrendo ai due magnifici attori un banco di prova professionale così teso e corposo da esaltare chi -come me- predilige un "cinema d'attori". Non intendo soffermarmi su altri dettagli della vicenda, perchè una bella storia d'amore va vista e raccontarla ne disperderebbe la poesia. Però non posso esimermi (e tranquilli che non è uno spoiler) dal segnalare un finale che apre un capitolo a parte, introducendo -proprio all'ultimo- una coppia di anziani (nientemeno che Roberto Vecchioni e Laura Molina) talmente impregnata di soave malinconia che solo un cuore di pietra potrebbe resistere ad intenerirsi profondamente. Ci sono poi (in ruoli secondari ma bravissimi!) Anna Galiena, Massimo Bonetti ed Eliana Miglio.
E per concludere mi piace l'idea di un titolo bellissimo e profondamente vero.
NESSUNO SI SALVA DA SOLO.
Ed è verissimo. Pensateci, voi ciniconi da bar che su fb dileggiate questo film.

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