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Star Wars - Il risveglio della Forza

Regia di J.J. Abrams vedi scheda film

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La recensione su Star Wars - Il risveglio della Forza

di valerio69
2 stelle
23.12.2015
 
STAR WARS VII - Il polpettone di natale
 
Da un punto di vista puramente tecnico la pellicola è sicuramente degna di nota, senza uso smodato della computer grafica, senza scene rocambolesche, e senza quella “pomposità” che spesso avvolge i film Americani.
Senza dubbio è presente una fotografia pulita e ben curata, insomma, ad alti livelli, come si conviene ad un film di fantascienza di tale entità e sopratutto di tale aspettativa.
I complimenti finiscono qui.
Siamo di fronte ad un remake sotto mentite spoglie, e nemmeno tanto mentite. Non si sa nemmeno da dove cominciare con le analogie e le scopiazzature. Quelle che vogliono passare per citazioni (doverose tra l’altro) all'episodio IV, sono a tutti gli effetti stralci di scopiazzatura.
Una mostruosa carenza di novità e di voglia di nuovo. Una nuova “Morte Nera”, un nuovo personaggio su un pianeta desertico, una fuga da questo pianeta, per portare un improbabile astro droide (ben poco conta che ci stia simpatico), ad una non ben nota destinazione perché possiede una mappa, tra l’altro incompleta, per trovare il tesoro.
Quale? Quello dove si è andato a rifugiare Luke Skywalker.
Un momento! Fermi tutti! Ma se è fuggito come fa ad esistere una mappa? Se è fuggito come si fa a sapere dove è? E poi chi lo dovrebbe sapere? Voci. Ma scusate con delle voci si costruiscono delle mappe dettagliate che tra l’altro attraversano mezza Galassia? Su via un po di coerenza ci vuole!
L’episodio VI era finito con la morte dell’imperatore, e quindi la fine dell’impero, che come si dice proprio all'interno della Saga “l’impero si regge sulla paura” (cit)... di chi? Dell’Imperatore e del lato oscuro. Appunto. Finito lui, i Sith sono estinti e la Repubblica può tornare a prosperare.
In questo rocambolesco remake si mischiano le carte, si capisce fin da subito che questo non è l’anello di congiunzione fra il VI episodio e i futuri (sicuri) episodi, al contrario, si capisce subito il desiderio di mettere in campo nuovi attori e nuovi personaggi che ben poco hanno a che fare con la grande Saga. Si percepisce il desiderio (strategico) di chiudere con la “vecchia” saga. Di mettere in cantina i vecchi personaggi (doveroso ... per carità), ma sopratutto di mettere in cantina e alle spalle la vecchia coerenza della storia. Anche da un punto di vista prettamente scientifico (un po di scienza ci vuole nella fantascienza) e spostare più la storia verso un fantasy, che con la fantascienza a ben poco a che fare.
Capisco le mode. Ma stravolgere l’universo di Star Wars fino a questo punto a favore di una moda e sopratutto a favore di un non ben identificata massa di nuovi fan e delle loro esigenze, ha un sapore squisitamente commerciale che francamente non reputo al’altezza della Lucas-film. Ma andiamo avanti e per ordine.
I personaggi hanno del “tenero” (per non dire di peggio), per quanto improbabili.
Finn, uno stormtrooper pentito delle sue azioni che si ritrova ad avere come desiderio quello di scappare da tutto e da tutti, e fin qui tutto ok! Fino a quando per esigenze di sceneggiatura non si ritrova a dover combattere. Ma da quando in qua, uno che è stato addestrato ad uccidere, a combattere, nel giro di quarantotto ore dimentica tutto?
Nei combattimenti sembra mia sorella (che non ho!), con le mutande a pallini rosa. Ma per favore! Ma chi è che ha avuto una “genialata” di questa portata. Ovviamente, per rendere il tutto più surreale che mai, anche e sopratutto nel mondo di Star Wars, lo si fa anche combattere con il cattivo di turno Kylo Ren, che in teoria dovrebbe essere un Sith, con il lato oscuro della forza dalla sua parte, penso al potente Conte Duku, o al grande e insuperabile sotto ogni punto di vista, Darth Vader (e scusa se è poco!).
Si scopre che il nostro stormtrooper, che fino a quel momento era stato ridicolmente impacciato, adesso tiene addirittura testa ad un Sith addestrato al lato oscuro. Ma per favore! Abbiate pietà di un povero vecchio fan come me, che quasi quarantanni fa rimase a bocca aperta di fronte all'episodio IV.
Rey, quella che appare come una semplice ragazza, che aspetta qualcosa su un pianeta desertico, una ragazza, come dice lei stessa nel film, non è mai stata via da casa, d’un tratto scopre la Forza. E fin qui possiamo anche accettarlo. Ma l’inaccettabile è il fatto che la controlli, che gli sia alleata, che possa essere una sorta di Jedi in erba, e che possa affrontare il lato oscuro come un Jedi ben addestrato (cit.).
Ma fateci il piacere! Cappero! Maneggia la spada come se fosse stata anni a maneggiarla ed allenarsi. Affronta Kylo Ren come se niente fosse, e addirittura gli tiene testa, sembra quasi che stia per sconfiggerlo. Su via! Abbiate pietà!
Kylo Ren, anche lui un improbabile signore dei Sith, che dovrebbe fare paura, incutere un misto di rispetto e timore reverenziale, si ritrova a fare figuracce di fronte al “boss” (Leader Supremo Snoke ) e si fa mettere sotto dal generale di turno (Generale Hux ) che assomiglia ad un manichino imbalsamato, che di militare non ha nemmeno il tacco sinistro dello stivale. Vorrebbe “sostituire” il Governatore Wilhuff Tarkin (Peter Cushing) dell’episodio IV, al quale nemmeno riesce lontanamente a lucidare i tacchi degli stivali. Un attore come Peter Cushing, pietra miliare della vecchissima TV e cinema inglese, con decine di film di successo come le pellicole sul Conte Dracula (per citarne solo alcune), che ha fatto da caratterista a diversi personaggi in diverse tipologie di film. C’è stato veramente il rischio di riportarlo in vita per lo sdegno.
Il Generale Hux (Domhnall Gleeson) assomiglia ad uno di quei modelli delle sfilate di Armani e Valentino dove un volto e un corpo assomigliano a tutti gli altri, senza anima, senza carattere, piuttosto che ad un comandante in capo “dell’estrema potenza nella Galassia”. Insomma questo Episodio VII fa rimpiangere con profonde lacrime la “vera” Saga di Star Wars.
Un Kylo Ren, su cui dovrebbe orbitare tutta, o perlomeno buona parte della storia, che assomiglia più al bulletto della scuola superiore, che ad un signore dei Sith. Il ragazzo viziato da mamma e papa, che non sa dove passare il tempo, che si mette a fare il bullo, con i capelli lunghi arruffati, orecchie a sventola da sembrare una automobile con gli sportelli aperti, e un viso pieno di acne da fare impressione.
Ma per favore!
Più che un signore dei Sith, assomiglia ai “signorini” che fanno i “pottini” al bar dell’angolo con l’aperitivo in mano. Il retrò della maschera pseudo nazista non lo salva dal ridicolo. Non lo salvano gli effetti speciali, ne la sceneggiatura, che risulta essere di una superficialità quasi grottesca. Un signore dei Sith che si lascia scandagliare la mente dalla prima arrivata (Rey) da un pianeta remoto. Un signore dei Sith che si impietosisce di fronte al vecchio padre che non vede da anni. Non lo salva nemmeno l’omicidio del padre. Non riesce ad essere credibile nemmeno per un momento. Questo non è un signore dei Sith, ma la parodia dei giovani d’oggi e di quelli di sempre. ma allora la domanda è: siamo su Star Wars a su psicoanalisi interplanetaria?
Per non parlare della dimenticata differenza che passa fra fantascienza (appunto fanta... scienza) e fantasy.
Siamo di fronte ad una serie incommensurabile di violazioni delle più basilari leggi della fisica. Che sappiamo per certo che fanno parte, non solo della nostra galassia, ma bensì dell’intero universo.
Anche in una Galassia lontana lontana ... tanto tanto tempo fa (cit).
Un pianeta artificiale, se mai se ne riuscirà a costruirne uno, che è addirittura in grado di assorbire un intero sole.
Alla faccia della fantascienza!
Forse qualcuno ad Hollywood dovrebbe andare a rileggersi qualche testo di fisica e astrofisica. La massa non si può ridurre, ma solo comprimere. Ovvero, la massa può occupare volume minore a parità di quantità.
Quello che si vede in Star Wars VII avrebbe fatto aumentare la massa del pianeta artificiale (una nuova Morte Nera) di un numero infinito di volte, aumentando la gravità in una maniera tale da far diventare i suoi occupanti delle micro sogliole infinitesimali.
Via su ... un po di scienza va anche rispettata! Il bello di Star Wars era anche questo.
Ma ad Hollywood non si vogliono far mancare niente, siamo al punto che Kylo Ren, nuovo signore dei Sith è così potente da fermare un raggio di plasma sparato da un Blaster. Bene. Facciamo due considerazioni.
Un raggio di un Blaster è fondamentalmente una quantità definita di plasma ionizzato. Anche adesso abbiamo qualcosa di simile, se non uguale, nelle nostre aziende che tagliano metalli.
Il nostro signore dei Sith è in grado di fare quello che in natura può fare solo ed esclusivamente un Buco Nero (singolarità).
Si, perché in natura la luce può essere trattenuta solo da un Buco Nero. Questo perché la sua massa è smisurata in rapporto al suo volume, la sua densità è tale che, oltre l’orizzonte degli eventi, le leggi della fisica perdono di valore.
La sua forza gravitazionale è così forte che anche la luce viene trattenuta. Ricordate l’equazione? E=mc2.
Questo il motivo per cui viene chiamato buco nero. Non emette luce. Perchè viene risucchiata al suo interno e quindi ci risulta nero. L’energia necessaria per trattenere la luce, o per “bloccarla”, è così elevata che è possibile solo in presenza di una gravità così forte da “forare” letteralmente il tessuto spazio temporale.
Quindi, Hollywood ci sta dicendo che Kylo Ren ha un potere paragonabile ad un Buco Nero, ma in compenso non riesce a uccidere una “tipa” che fino al giorno prima ha vissuto fra le macerie di un pianeta desertico, non conosce la Forza e non è addestrata alla disciplina dei Jedi.
Forse sarà meglio che Hollywood faccia un po di mente locale e decida cosa fare da grande.
Questo gran desiderio di Hollywood di continuare una Saga (bellissima tra l’altro!) a tutti i costi, francamente non la capisco. Quando si decide di fare un sequel di una Saga come quella di Star Wars credo che ci si debbano fare obbligatoriamente delle domande, a cui necessita dare delle risposte anche amare.
Una per tutte. La Saga è finita? In questo caso la risposta, mio malgrado era ... si.
Quindi necessitava di un altra strada da percorrere. Eventualmente quale?
Star Wars - Old Repubblic
Tutto è opinabile. Tutto è sbagliato e tutto può essere giusto.
Dal mio punto di vista era forse la strada perfetta. Un terreno inesplorato dove creare nuovi cattivi e nuovi eroi.
Un videogioco poteva essere la chiave di volta per non cadere nel ridicolo. Non sarebbero state necessarie leggi delle fisica “fantasy”, non sarebbe stato necessario creare dei personaggi improbabili. Oltretutto c’era un vecchio personaggio della vecchia Saga che avrebbe potuto fare, a seconda dei desideri degli sceneggiatori, fare da anello di congiunzione fra l’epoca della Old Repubblic e la vecchia Saga ... Joda.
Si proprio Joda. Perchè Joda, quando muore nel VI episodio, dice di avere più di novecento anni.
Quindi, secondo quanto riportato del videogame “Old Repubblic”, i fatti si svolgono mille anni e più indietro nel tempo rispetto ai sei episodi della Saga di Star Wars, quindi di sceneggiatura se ne poteva scrivere a tonnellate, e c’era materiale per altri sei episodi.
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