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Bleed - Più forte del destino

Regia di Ben Younger vedi scheda film

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La recensione su Bleed - Più forte del destino

di ethan
7 stelle

Il pugile Vinny Pazienza (Miles Teller), di chiare origini italiane, non fortissimo tecnicamente, ma dotato di un buon pugno e caratterialmente di molta tenacia, diventa campione del mondo in due categorie, leggeri, per l'IBF e superleggeri, per la WBA: mentre detiene la seconda corona subisce un terribile incidente stradale, fratturandosi il collo; gli viene posto una specie di collare (in inglese denominato halo) che lo limita nei movimenti e soprattutto gli impedisce di condurre una vita normale. Gli viene anche intimato dai medici di non pensare più al pugilato ma a cercare di recuperare una vita normale: Paz, come viene soprannominato (dopo anni otterrà di vedersi cambiato il cognome proprio con il nickname) dai famigliari, il padre Angelo(Ciaran Hinds), molto apprensivo, la madre devota Louise (Katey Sagal), che si ritira a pregare in solitaria nella sua stanza, davanti a dei santini durante i combattimenti del figlio e le numerose sorelle e dall'allenatore-confidente e amico Kevin Rooney (Aaron Eckhart), recupererà in gran fretta e non solo tornerà alla vita di tutti i giorni ma addirittura sul ring, per riprendersi quello che il destino gli aveva tolto.

'Bleed (for this)' - troppo brutto il sottotitolo italiano per meritarsi di essere citato! - è l'ennesima storia di caduta e resurrezione, tipica della boxe, 'nobile arte' e sport in assoluto più cinematografico di sempre: si va dai classici anni '40 come 'Stasera ho vinto anch'io' di Robert Wise, virato al noir, 'Il grande campione', mélo di Mark Robson con un vibrante Kirk Douglas, a 'Lassù qualcuno mi ama', biopic di Rocky Graziano, tra i primi, tra i tanti, grandi personaggi resi con spontaneità da Paul Newman, per arrivare ai primi capitoli dell'interminabile saga di Stallone con i suoi 'Rocky' fino al capolavoro che apre gli anni '80, 'Toro scatenato' di Martin Scorsese e proseguire con 'The Fighter' di David O. Russell, di qualche stagione fa, il 2010.

'Bleed' ha la 'colpa' di arrivare da buon ultimo in questo sterminato (ho citato solo una parte dei film che formano un vero e proprio sottogenere) elenco, racconta eventi che, sia per il fatto di essere tratti da una storia vera sia per il fatto di seguire uno 'schema prestabilito' che rientra nei canoni di tali film, si intuisce subito dove vanno a parare, ma colpisce per il realismo, adottato dal regista Ben Younger, con cui vengono narrati gli incontri di boxe, dove per fortuna sono evitati gli eccessi 'à la Rocky', con pugili che non crollano nemmeno se colpiti da una montagna, ma si cerca di mostrare (con una similitudine riscontrata con il suddetto 'The Fighter') lo sport per quello che è.

Quello che convince meno invece è tutta la parte relativa agli affetti famigliari, con rapporti con i genitori e sorelle di origine italiana, sviscerati seguendo una sequela di luoghi comuni, come anticipato prima, con un padre e una madre molto apprensivi com'è nella tradizione, un nugolo di sorelle casiniste e litigiose, mentre è più interessante e vero il rapporto, segnato da alti e bassi, tra il pugile e il suo allenatore ed infine un po' tirato via il tema altrettanto classico degli organizzatori degli incontri, i manager (nello specifico il celebre - per chi segue la boxe - Lou Douva, interpretato da Ted Levine, il serial killer de 'Il silenzio degli innocenti') dei pugili, visti come delle sanguisughe sfruttratrici dei boxeur.

Non al livello del precedente 'Whiplash', in un personaggio dai connotati simili, segnato dalla stessa ostinazione a primeggiare, la prova di Miles Teller, forse anche per la scarsa rassomiglianza con il vero Paz, al contrario di quelle di Ciarán Hinds nel ruolo del padre e di Aaron Eckhart in quelli del trainer, resi irriconoscibili il primo da un'improbabile pettinatura e il secondo da un'enorme pancia, entrambi con prove che rimangono impresse.

Da vedere più per gli amanti della boxe che del cinema in generale, 'Bleed' è un prodotto onesto che non possiede però il colpo del K.O.

Voto: 7-.

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