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Announce Earthquakes

Regia di Rocío Caliri, Melina Marcow vedi scheda film

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La recensione su Announce Earthquakes

di supadany
2 stelle

Ho un rispetto enorme per chi dal nulla riesce a realizzare un film e ci tengo a precisarlo in casi come questo, però da un film che viene selezionato per un concorso ufficiale (per quanto Torino non sia Venezia, però potevano metterlo in una selezione collaterale e poi se hanno visto 4000 film mi preoccupo dinnanzi ad una scelta come questa) mi aspetto che ci sia più “cinema”, non per forza una storia narrativamente strutturata (qui si entra in un altro campo), ma in questo caso mi sembra che manchi quasi tutto ciò che serve per farlo sul serio.

 

locandina

Announce Earthquakes (2014): locandina

 

Non pubblico, come mio solito, nemmeno uno straccio della trama (già vedo che le foto disponibili non dicono nulla, LoL), perché poi a vedere il film è difficile pure ritrovarsi con quanto si trova pubblicato qua e là.

Intuitivamente ci si arriva senza tantissimi problemi (qualcuno comunque sì … se non ce l’avete fatta non è un vostro problema mi sa), ma si naviga più per sensazioni (comunque molto rarefatte) che per vere e proprie manifestazioni, anche delle “annunciazioni” proprie del titolo c’è davvero una striminzita traccia, ad esempio qualche cane si vede, ma sono quasi sempre tranquillissimi (ok, è un dettaglio, ma …).

Ma soprattutto si tratta di un film che supera a fatica l’ora, e che comunque pare interminabile, e che in più viene riempita spesso e volentieri con scene allungate a dismisura e spesso pure complicate da classificare.

Così la prima inquadratura, con una persona che vediamo in lontananza camminare da sola verso di noi, viene portata avanti fino a quando non arriva vicino ad essere in primo piano (un paio di minuti passano così ahinoi), poi ci sono almeno un paio di scene di pranzi/cene nelle quali accade il nulla (vi è giusto in una televisione un omaggio a “Scream” con Drew Barrymore urlante nella prima scena) e questo vezzo viene ripetuto più volte.

Obiettivamente invece le ultime inquadrature riescono a trasmettere un senso più (o finalmente ) compiuto, ma ormai paiono essere un corpo estraneo al resto.

Massimo rispetto per le intenzioni delle registe (Rocio Caliri e Melina Marcow) ma il cinema aleggia altrove, l’idea andava probabilmente bene per un cortometraggio e la scusa del budget inesistente (6mila euro, almeno mi pare di aver capito così durante la loro mini conferenza con Emanuela Martini) non regge, appunto perché si poteva dire le stesse cose in 15 minuti e con maggior coerenza e concisione.

Così si è perso solo tanto tempo, soprattutto per il pubblico (scappa e fuggi generale durante la proiezione e commenti negativissimi già da chi aveva visto la prima visione, con disdette alle casse, sigh!) che tanto più in un Festival non ha tempo da perdere.

Totalmente bocciato con sommo dispiacere perché a vedere le registe in sala si capiscono comunque tutte le difficoltà del caso. 

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