Regia di Robert Altman vedi scheda film
E' un Altman, direi bergmaniano, di non facile lettura. In particolare la bellissima scena del sogno mi ha ricordato Bergman. Non è solo una ricognizione nei misteri ancenstrali dell'universo femminile. Un'opera d'arte raffinata e colta sotto molti punti di vista, a dispetto della apparente semplicità della trama e del ritmo pacato della narrazione. La stessa pittura che rappresenta la chiave di lettura della storia, è un'opera artistica a sé stante di notevole impatto. Sono pochi i registi che manifestano una competenza artistica di un tale livello. Anche il commento musicale è molto interessante. Altman dimostra ancora una volta, di essere una delle vette più alte della cinematografia americana. Questo film rappresenta un'america fuori dai cliché, desolata e desolante, vacua, spaesata, apatica, polverosa, indifferente. Non è l'America, la California, che siamo abituati a vedere: giovane, libera, ottimistica, attiva, intraprendente. Quì ci troviamo, quasi, in una terra di mezzo, sospesa nel tempo e nello spazio dove le persone sono presenze fantasmatiche. Un bel coraggio. Non mi meraviglia che non abbia avuto successo presso il grande pubblico e sia uno di quei titoli dell'opera di Altman poco celebrati. A livello visuale e narrativo si sente che il tempo è passato, ma, pur sempre, è un film ottimo che merita ulteriori approfondimenti.
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