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Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2

di emil
5 stelle

 Film che concettualmente mette la parola fine alla triologia su carta ideata da Suzanne Collins, traendo le mosse per l’appunto dal terzo romanzo dell’autrice, Il canto della rivolta, diviso in due parti per altrettante trasposizioni cinematografiche.

Eh, che cosa non si fa per allungare la brodaglia! In realtà il vero passo falso della non memorabile saga è proprio il canto della rivolta parte 1, prolisso e troppo preoccupato a presentare parte 2, che invece conserva un minimo di brio nella messa in scena ed un filo logico, seppur banale (anche se i film vennero girati contemporaneamente, stesso metodo utlizzato da Peter Jackson per la trilogia dell’anello ad esempio). 

 

La nazione di Panem è in guerra contro Capitol City. Katnees Everdeen (J.Lawrence) , a comando della Star Squad, uno pool d’assalto costituito dai ribelli §8per lo più face già viste nei precedenti episodi), tenta di arrivare al Distretto 2, per attentare alla vita del responsabile della dittatua, il presidente Snow (un ingrigito D.Sutherland).

 

Gli attori in gita premio, pagati profumatamente da Lionsgate in virtù della pluriennalità del progetto, viaggiano davvero al minimo sindacale; l’unica che come al solito ci mette buona volontà tra lo schiocco di una freccia e l’altra è la protagonista, la cui carica eversiva viene però imballata dalla tomentata e posticcia storia d’amore con l’altro protagonista Peeta (un indisponente e scialbo Josh Hutchenson), processo questo, messo in atto già dal secondo film della saga.

 

Il target della pellicola è prettamente adolescenziale, ovvio . Il contesto politico vuole essere significativo ma è di fatto appena accennato, la rivoluzione è superficiale, solo abbozzata. Il potenziale reazionario del romanzo è disinnescato da una messa in scena patinata ed edulcorata (nonostante gli ibridi in digitale), anche se la rappresentazione delle trappole disseminate nella city richiama all’avventura.

Finale clamorosamente buonista e stucchevole.

 

Una sufficenza striminzita ita ita.

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