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Real Humans

Regia di Lars Lundström vedi scheda film

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La recensione su Real Humans

di bradipo68
8 stelle

Titolo originale :  Akta Manniskor


Provenienza : Svezia

Produzione : Sveriges Television ( SVT), Matador films

Episodi: 10 da 60 minuti l'uno ( Stagione uno )

Svezia: in un presente alternativo gli uomini utilizzano degli androidi, ribattezzati hubots, per le mansioni più umili e pesanti, alcuni anche per compagnia.

Sono robots di vari modelli sempre più elaborati col passare degli anni, rispondono alle leggi di Asimov sulla robotica , non sono dotati di volontà propria , hanno una porta USB sul retro del collo e hanno bisogno di essere ricaricati mediante un cavo elettrico che esce da sotto la loro ascella sinistra, dove c'è anche il tasto per l'accensione e lo spegnimento, si stanno diffondendo sempre di più nel tessuto sociale e sono anche vittime di discriminazioni da parte di molti che sono contrari a questa integrazione sempre più profonda tra umani e androidi.

Il plot segue varie vicende tra di loro concatenate:

1) Quella di un gruppo di hubot apparentemente dotati di volontà e di libero arbitrio in fuga dagli umani e che cercano di trovare la strada della loro indipendenza.

2) Quella di Leo Eischer , figlio dell'inventore della " volontà "degli hubot che sta cercando Mimi , l'hubot che contiene la chiave di tutte le invenzioni del padre.La vicenda è raccontata con l'ausilio di vari flashback.

3) Quella della famiglia Engman formata da padre, madre e tre figli che accolgono in casa Mimi dopo averla avuta in omaggio assieme al nuovo hubot del padre di lei Lennart , legato da profondo affetto all'automa che aveva in precedenza , Odi.

 

4) Quella di Silas , trafficante di hubot e del mercato nero degli androidi gestito nel negozio di Jonas.

5) Quella di Roger , vicino degli Engman, lasciato dalla moglie Therese per un hubot e che ce l'ha a morte con i robot tanto da organizzare un attentato dinamitardo per rivendicare i diritti degli umani ( dei Real Humans..)

6) Quella di Ove e Bea , due detective e dei servizi segreti che stanno dando la caccia agli hubot in fuga di cui si è detto precedentemente in quanto si sono resi responsabili di alcuni omicidi.

Uno dei propositi che mi sono prefisso per il 2014 è stato quello di frequentare di più la serialità televisiva perchè mi sono reso conto che alcune delle cose migliori che ho visto nell'anno appena trascorso, provenivano dal mondo televisivo della serialità.

Sapevo che gli inglesi e i francesi sapevano fare serie di alto profilo,  ora se anche dalla Svezia arrivano con serie tv che spaccano vari culi tra cui quello della serialità americana , allora ci dobbiamo proprio rimettere a guardare un po' di serial televisivi.

Real Humans è una serie tv che vagheggia non tanto un futuro prossimo ma un presente distopico in cui umani e robot convivono. Non molto armoniosamente però: l'hubot, così viene ribattezzato l'androide, progettato per le mansioni più basse e ripetitive, è vittima dell'atteggiamento razzista di molti.

Se alcuni ( tipo Lennart o la moglie di Roger) li considerano al pari degli umani, altri li considerano peggio di un elettrodomestico, addirittura li ritengono un pericolo per la razza umana e poi ci sono altri ancora che col tempo e con la convivenza imparano ad apprezzarli e a considerarli membri della famiglia ( vedere la storia di Mimi presso la famiglia Engman).

 

Pur appartenendo al genere sci fi Real Humans inquieta non poco perchè gli hubot pur  essendo diversi, della macchine , sono talmente uguali a noi da risultare perturbanti. E la storia di un gruppo di loro dotato di personalità ( ma quando da un semplice chip e da un circuito prestampato si può parlare di vita? un po' la stessa domanda che si pone il biochimico: quando si può parlare di vita partendo da una semplice reazione chimica ? che cosa è vita e che cosa è semplicemente un frullato di atomi di carbonio e di gruppi azotati in proporzioni variabili?) è la cartina di tornasole attraverso cui misurare la paura del differente.

Gli hubot sono dei fattori di perturbazione dell'animale uomo, forse vogliono sostituirsi a lui e la paura che prova l'uomo verso di loro è la stessa che si prova davanti agli immigrati, ai diversi in genere ( qualsiasi minoranza sociale, etnica o religiosa).

Paradigmatica a questo riguardo è la lotta di Therese e di una sua amica per evitare la discriminazione dei loro hubot da compagnia non fatti entrare assieme a loro in un locale per "soli umani".

 

Real Humans ha vari padri putativi, da Blade Runner a A.I. passando per tutto il cinema robotico ( vedi Il mondo dei robot) ma non assomiglia specificatamente a niente di già visto: sono influenze inglobate elegantemente in varie storie raccordate in perfetta armonia e con un ritmo da far tremare le vene nei polsi.

Ci si appassiona subito alle varie vicende e non si può fare a meno di andare avanti fino ad un esito che tanto scontato non è tra rivelazioni inattese e colpi di scena improvvisi.

E la porta è aperta a nuovi sviluppi.

Altra cosa che inquieta non poco di questa serie è che mentre gli umani stanno progressivamente perdendo la loro "umanità" rendendosi responsabili di atti che di umano hanno poco o nulla, ci sono questi hubot che sono ansiosi di mostrare di avere sentimenti e non solo chip e circuiti prestampati.

Confezionato con  cura certosina, con grande attenzione ai particolari ma senza avvertire la necessità di abuso di effetti speciali magniloquenti o soluzioni di grande spettacolarità ad uso e consumo del fruitore usa e getta, la prima stagione di Real Humans entra di diritto tra le migliori cose viste del 2013 e non solo al cinema.

Già in programmazione la seconda stagione, la serie è stata venduta in più di 50 Paesi ( e sembra che l'Italia non sia tra questi ) e sono stati venduti già i diritti per un remake americano.

Assolutamente da vedere.

PERCHE' SI : produzione ad alto budget e si vede, avvincente e con un suo stile ben definito

PERCHE' NO : ha il passo lungo delle produzioni scandinave, forse un po' troppe sottotrame, finale abbastanza sbrigativo

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