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Accused

Regia di Paula van der Oest vedi scheda film

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La recensione su Accused

di OGM
6 stelle

Ecco il solito “angelo della morte”. Nel suo reparto sono morti molti neonati ed anziani, e, guarda caso, sempre quando di turno era lei, quella infermiera solitaria e snob che porta la minigonna. Chi si crederà di essere, pensano le colleghe, con le quali parla poco, se non per impartire ordini. Un giorno, non si sa come, si presenta una grande occasione per toglierla di mezzo. Improvvisamente tutti, dalla direzione dell’ospedale in giù, hanno interesse a sbarazzarsi di lei. Da lì a farla passare per una cinica pluriomicida il passo è incredibilmente breve. Anche l’opinione pubblica e la campagna mediatica, così pare, ci mettono del loro. Questo film racconta una storia vera. Non è il primo, né sarà l’ultimo, ad occuparsi di un clamoroso errore giudiziario, che rinchiude un innocente in carcere sulla base di un impianto  accusatorio inconsistente. Il fatto non è successo in Italia, ma in Olanda, con il coinvolgimento della Corte Suprema Europea. La vittima si chiama Lucia de Berk. A suo carico, in tribunale, ha anche un’infanzia disgraziata, una madre che, quando era adolescente, la vendeva nei motel agli uomini di passaggio. E poi c’è Fabienne, quella figlia che, dopo il fallimento del matrimonio di Lucia, non ha più voluto saperne di lei, e se ne è andata a vivere col padre. E quanti libri gialli hanno trovato in casa sua, gli inquirenti: tutti racconti di delitti, presi in prestito dalla biblioteca, e mai restituiti. La vicenda è certamente paradossale, e in quanto tale si presta alle semplificazioni romanzesche: da una parte i potenti ed ottusi, dall’altra i deboli, tenaci e con la coscienza pulita. Anche Judith, quella giovane e coraggiosa investigatrice, determinata a stabilire la verità a costo della propria carriera, è una figura appartenente agli stereotipi del legal thriller drammatizzato: è la classica incarnazione del dilemma tra le aspirazioni professionali ed il senso civico, che inizialmente, per una persona alle prime armi, è motivo di insicurezza, ma poi si trasforma in un efficace banco di prova della sua tenuta morale.  I piccoli crescono, i buoni vincono, i cattivi perdono, però poi restano al loro posto. In questa sbavatura finale il quadro ideale si macchia della dura realtà che tutti noi conosciamo.  Il richiamo, in appendice, alle ingiuste leggi del mondo non è però sufficiente a donare alla narrazione quello spessore esistenziale che la sceneggiatura, nella sua convenzionale essenzialità, sembra voler affidare per intero alle capacità interpretative dell’attrice protagonista. Il suo personaggio soffre terribilmente, e lo si vede. Ma ciò che le accade intorno meriterebbe maggiore attenzione. Di mezzo ci sono, oltre a questioni politiche e al funzionamento dell’apparato giudiziario, anche  delicate dinamiche sociali. Sarebbe opportuno gettare uno sguardo oltre il recinto delle emozioni individuali, per capire meglio a che punto siamo.

 

Lucia de B. è stato selezionato per rappresentare i Paesi Bassi agli Academy Awards 2015. 

 

Ariane Schluter

Accused (2014): Ariane Schluter

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