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Fifa e arena

Regia di Mario Mattòli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fifa e arena

di giampy
8 stelle

Senz'altro il più bel film dell'inarrivabile Totò, una vivace e sarcastica commedia fatta di equivoci e surrealismi, che non si risparmia in allusioni e frecciatine alla politica e all'attualità (riferendosi al pesce che nell'acquario gli impedisce la vista della Barzizza nuda, Totò dice «questo pesce deve essere democristiano»; oppure il Montecitoros costantemente in trambusto con la scritta "Tutti i Montecitoros sono uguali"), e offre per la prima volta a Totò la possibilità di dar libero sfogo alla sua incontenibile mimica (la sua maschera è indescrivibile, capace di sorrisi, sguardi e smorfie straordinari!), fatta di ammiccamenti e pazze espressioni, e alla sua irrefrenabile verve, che va dagli equivoci con lo spagnolo agli esilaranti spostamenti di senso (la Barzizza a Totò, «Sei fatalista, pessimista o esistenzialista? », e lui, «Io veramente sono farmacista!»). Esilarante poi la scena della corrida, con Totò che cerca di ammansire il toro mostrandogli il disegno di una mucca, e la scena finale, con il comico che, dopo aver scampato alla cornata datagli dal toro sull’addome prima di morire con la testa schiacciata, si toglie finalmente un "peso dallo stomaco": un vassoio di acciaio... Ottimo il cast di supporto, e gigionesca la regia dell’allora già veterano Mario Mattoli.

Sulla trama

Un errore di stampa fa apparire la foto di un farmacista nell'articolo che riguarda l'evasione del feroce assassino di una dozzina di donne. Inseguito dalla folla inferocita, Nicolino, questo è il nome dell'uomo, trova rifugio in un autobus diretto all'aeroporto, e qui si traveste da hostess per salire sull'aereo senza dar nell’occhio. Arrivato a Siviglia viene trattenuto da un assassino vero, che vuole incaricarlo di conquistare una bella ereditiera americana, sposarla ed ucciderla subito dopo, così da dividere poi il patrimonio. Per caso lei lo vede vestito da torero e lui sarà costretto a fingersi tale, tanto che, nonostante mille tentativi per sfuggirvi, dovrà scendere nell’arena e toreare. Dopo una bella fifa iniziale, sembra addirittura riesca a domare l'animale, quando questi lo incorna all'addome. Sarà però il toro a morire, in quanto Nicolino si era prudentemente coperto lo stomaco di un vassoio d'acciaio. Ora Nicolete, è questo il suo nome da torero, può sposare, libero da loschi obblighi, la bella americana. Trama esilarante e ben congeniata, con gag deliziose e un Totò al suo meglio.

Sulla colonna sonora

Straordinaria la musica spagnoleggiante di Pippo Barzizza! Incantevole la canzone "Paquito Lindo".

Su Isa Barzizza

Bella e brava come non mai! Qui riesce a fare da contrappunto, con il suo immancabile garbo, all'irruente comicità di Totò.

Su Mario Castellani

Non ci sono parole per descrivere questo ottimo attore, che si è votato a fedele spalla del Principe De Curtis. Tra i due c'era grande intesa, e non vi era improvvisazione di Totò a cui egli non sapesse reagire. Un grande attore e un grande uomo.

Su Totò

Non ci sono parole per descrivere il più grande comico italiano, la cui maschera non conosceva limiti, qui in un crescere di situazioni paradossali, sempre condite da quel suo umorismo così fine e popolare allo stesso tempo, e le sue bizzarrie mimiche, tra una ammiccamento e una smorfia, raggiungendo i più alti livelli di comicità quando corteggia Isa Barzizza o nella scena della corrida in cui cerca di placare il toro mostrandogli il disegno di una bella mucca. Insomma, dall'inizio alla fine della pellicola grazie a Totò si ride sempre, con un gusto e un piacere che mai nessun altro comico, almeno in Italia, è mai riuscito ad eguagliare.

Su

Grande regista della commedia italiana, Mattoli si è sempre distinto per una regia spontanea e vivace, ma che riesce anche ad essere estremamente raffinata. Il connubio artistico col Principe della Risata è stato il migliore della carriera di entrambi, nonostante dal punto di vista personale i due non siano mai andati davvero d’accordo. Comunque in questo film Mattoli si trova per la seconda volta alle prese con le fantastiche bizzarrie del grande Totò, alle quali lascia ampio spazio, anche se è impossibile non notare il tocco sardonico e pungente del regista.

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