Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Spy-story avvincente e impeccabilmente realizzata da un punto di vista tecnico nella quale però Spielberg concede un po' troppo ad americanismi e a drammatizzazioni a volte forzate. VOTO: 7½
Torna a formarsi, dopo quasi quindici anni dal fortunato trittico “Salvate il soldato Ryan”, “Prova a prendermi” e “The Terminal”, la premiata ditta Steven Spielberg – Tom Hanks. E i risultati ancora una volta non deludono, con una spy-story compatta, impeccabilmente realizzata sotto un punto di vista tecnico, e certamente avvincente nella narrazione dei fatti. Sfortunatamente altrettanto innegabili sono le concessioni che Spielberg fa al suo (grande) pubblico, con le abbondanti spolverate di valori americani, nonché con la presenza di abbellimenti che potremmo definire proprio 'alla Spielberg', drammatizzazioni cioè innecessarie che altro non sono se non strizzate d'occhio al vasto pubblico di cui sopra. Si prenda ad esempio la scena in cui Donovan/Hanks è testimone dell'uccisione di un uomo che cercava di saltare il muro, per non parlare dello studente americano che attraversa liberamente e indisturbato il sito dove si sta costruendo lo stesso muro. Voglio dire: va da se che prima di iniziare i lavori le autorità della DDR (o dell'URSS) avranno ben preso delle precauzioni affinché ciò non avvenga! Ma nel complesso resta comunque un bel vedere di film.
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