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Il ponte delle spie

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ponte delle spie

di fratellicapone
9 stelle

...anche i nemici devono essere trattati con giustizia e l'avvocato Donovan ci riesce...

Un grande Tom Hanks che è l’avvocato Donovan esperto in assicurazioni a cui lo studio associato di cui fa parte da l’incarico di difendere una spia sovietica. Il caso è assegnato d’ufficio allo studio e la patata bollente viene data a Donovan.

Siamo in piena guerra fredda quando per l’opinione pubblica difendere una spia russa catturata sul territorio americano era assolutamente inconcepibile, molto meglio un’esecuzione immediata. Ma Donovan, che accetta di malavoglia l’incarico che lo espone insieme alla sua famiglia al disprezzo dell’opinione pubblica, è l’archetipo del buon americano, un uomo tutto d’un pezzo, come dirà di lui la spia Abel, che crede nei valori della costituzione americana e nella legge che deve essere uguale per tutti anche per i nemici.

Donovan si mette al lavoro con un impegno e una serietà professionale ben al di là di quella che sarebbe dovuta essere una difesa d’ufficio e, nei colloqui con il col. Abel (la spia), viene fuori che anche il suo assistito è un uomo che ha fatto solo il suo dovere e che non intende farla franca passando al nemico. Due uomini in qualche modo uguali ma su fronti diversi.

Donovan riuscirà a convincere il giudice, in un colloquio privato, che non è negli interessi degli Stati Uniti condannare a morte la spia perché anche in Russia ci sono le spie americane che potrebbero, se catturate subirebbero la stessa sorte. E’ bene assicurarsi, non per niente Donovan è un avvocato esperto in assicurazioni, una merce di scambio in caso di cattura di una spia americana in Russia.

Parole profetiche perché poco dopo viene abbattuto l’aereo spia americano U2 e il pilota, illeso, viene catturato dai Russi. Inizia così una trattativa sottotraccia tra i due paesi che si affidano a soggetti apparentemente non legati all’apparato dello stato per trattare uno scambio.

Questa parte del film è quella che mi ha intrigato di più. Si svolge in una Berlino sconvolta ancora dalle distruzioni della guerra e divisa nei quattro settori proprio nei giorni in cui iniziano a costruire il muro.

Pericoli, personaggi che non sono quelli che dicono di essere, linguaggi criptici che bisogna dipanare, l’arresto casuale da parte della DDR di un giovane studente americano e in tutto questo situazione così confusa e pericolosa Donovan riesce a gestire la situazione, anche opponendosi agli agenti della CIA, e riuscirà a portare a casa Gary Powers (il pilota dell’U2), il ragazzo americano scambiandoli con il colonnello Abel sul ponte di Glenickie.

Il film è realizzato molto bene, con una regia che riesce a gestire la storia senza momenti di deriva per merito anche di un Tom Hanks, maturo e convincente. Anche la ricostruzione del clima del tempo, della guerra fredda ai tempi di Kennedy/Krusciov che poco dopo sfocerà nella crisi dei missili a Cuba, dell’atmosfera cupa ed oppressiva del regime è resa in un modo molto convincente.

Un ultimo commento per il col. Abel imperturbabile e sereno in ogni situazione anche di fronte alla seria possibilità di essere mandato alla sedia elettrica. Alla domanda, ripetuta in varie occasione, di Donovan se si sentisse preoccupato Abel risponde con un’altra domanda “servirebbe?” L’attore e Mark Rylance, che non ricordo di aver mai visto,  è stato una piacevole scoperta.

Da rivedere.

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