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Il ponte delle spie

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Il ponte delle spie

di mc 5
10 stelle

Film gigantesco. Una bella botta di Cinema Classico. Fatto come si deve, secondo criteri solidissimi da cinema "di una volta". E del resto con un'accoppiata extra lusso come Hanks + Spielberg era quello che ci si poteva aspettare. Io nel mio scenario dei "film natalizi" avrei scommesso di più su Woody Allen anche perchè è il cineasta che preferisco ma, pur avendolo molto amato ed apprezzatissimo, il suo "Irrational man" si colloca dietro questo magnifico colosso. Vediamo se riesco a raccogliere le idee. Intanto va detto che il vecchio Steven realizza un film totalmente "suo", nel senso che lo stile è decisamente riconoscibile. Come è lecito attendersi dal Maestro, lui impone al film un ritmo dilatato che non lascia spazio a furbate, espedienti, trucchi di sorta . Sono 140 minuti di Cinema Puro. E Steven col peso contrattuale infinito di cui dispone, grazie a Dio se lo può permettere. Il risultato è un super filmone lungo e pieno di cose. Di facce (tutte giuste come dirò più avanti), di Sentimenti condivisibili (che bello) e di tecnica tradizionale e classica. Un cinema che ormai solo il Maestro può realizzare. un film che tu ti siedi nella poltroncina e ti lasci guidare abbandonandoti piacevolmente ad una bellissima storia, peraltro calata in un'epoca (a cavallo tra i 50 e i 60) ricostruita alla perfezione e questo "clima" è uno degli aspetti più riusciti della pellicola. Lo spettatore si cala COMPLETAMENTE in quegli anni e in quelle problematiche sociali-politiche da Guerra Fredda. La vicenda (ispirata a personaggi realmente esistiti) è nota. Un avvocato americano viene assegnato dallo stato ad una spia sovietica intercettata e arrestata dalla polizia americana e sottoposta ad indagine dall'FBI. Tom Hanks (l'avvocato) si tuffa con impegno e grande civismo in questo caso che si rivela molto più problematico del previsto, perchè si colloca all'interno di un complesso meccanismo di spie internazionali. E allora vediamo tra quali difficoltà ed ostacoli l'avvocato si deve districare per portare a casa un risultato epocale che ora non spiegherò nel dettaglio. E' tutto un turbinare di spie e di agenti federali più meno "nascosti", con un doppio sfondo: uno scenario politico internazionale delicatissimo e, da un altro versante, la famigliola dell'avvocato che -ignara di questa missione impossibile che lui sta vivendo- lo attende a casa convinta che lui sia andato in vacanza a pescare il salmone. Dicevo delle "facce". Ecco diciamo che tra i meriti di Spielberg c'è quello di aver scelto tutti attori e caratteristi dotati ognuno della faccia maledettamente giusta (oltre che naturalmente attori formidabili). Ed era necessario, trattandosi di un film "all'antica" (mi viene in mente -e chiedo scusa se utilizzo come esempio un regista che non amo granchè- Pupi Avati coi suoi cast ricchi di attori che provengono dal teatro di una volta, con le loro facce consumate e la loro navigata esperienza e spesso anche poi con la dizione idonea). Stesso mestiere, stessa inclinazione al gusto classico. E' tutta una galleria di volti e di fotogrammi memorabili. Finalmente il Cinema al Cinema, come una volta. E sembra che il tempo non sia passato. Sembra di essere fuori dal tempo. E ci sono scene destinate ad entrare nel Grande Cinema. E ci sono idee e frasi che si conficcano nel cuore e nella mente. E poi il commento musicale -discreto ma puntuale e funzionalissimo- curato dal Maestro Thomas Newman. Cast perfetto. A partire da un Tom Hanks assolutamente da Oscar. Poi subito dopo un clamoroso Mark Rylance (anch'egli da Oscar) nel ruolo di una spia russa nascosta tra le sembianze di un omuncolo apparentemente mediocre che lui interpreta con un mestiere che non ci si crede. Dei restanti attori (troppi per affrontarli uno ad uno) mi piace segnalare la presenza di un vecchio leone di Hollywood ormai talmente famigliare ai miei occhi che lo considero alla stregua di un anziano mio parente: mi riferisco al veterano d'oro Alan Alda. Importante inoltre segnalare la presenza -tra gli sceneggiatori- dei gloriosi fratelli Joel ed Ethan Coen. Quasi mi duole terminare qui queste mie annotazioni, che gli spunti e le segnalazioni sarebbero ancora infiniti. Fondamentale è il patriottismo di Hanks che non attiene ad ottica reazionaria ma bensì ad una inconfutabile attenzione ai dettami della Costituzione d'America, un Faro ispirato a principi che neppure la Guerra Fredda può scalfire, con tutte le sue diffidenze e i suoi sospetti. Scene memorabili, tipo l'iniziale inseguimento in metropolitana, straordinario omaggio ad Hitchcock. Oppure l'occhio di Hanks che guarda atterrito coloro che vengono freddati mentre tentano di scavalcare il muro a Berlino, sequenza che si sovrappone nel finale ai ragazzini che scavalcano la rete di recinzione. E sembra quasi di avvertire nelle ossa il gelo diffuso su quel ponte dello "scambio"...gelo assimilabile a quello che si percepisce fuori, all'uscita della sala, facendo ritorno a casa tra nebbia e freddo terribile. Film imperdibile. Questo sì che è Grande Cinema. Altro che le spade laser.

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