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Ore 12

Regia di Toni D'Angelo vedi scheda film

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La recensione su Ore 12

di Spaggy
9 stelle

locandina

Ore 12 (2014): locandina

 

Romeo e Giulietta sono vivi e lottano insieme a noi. Hanno solo cambiato nome, si chiamano adesso Sara e Davide e alla turistica Verona hanno preferito le Vele di Scampia, quelle abitazioni grigie nella terra di nessuno in cui l'unica legge che si conosce si chiama violenza. E non importa che tu vinca o che tu perda, è sempre la solita merda.

La cronaca ci suggerisce che le vele di Scampia, costruzioni in degrado, sono a oggi sede di due zone di spaccio, presumibilmente di appartenenza a due differenti clan in opposizione, che usano i giovani come vedette per i loro affari e traffici illeciti. Si capisce sin dal prologo di Ore 12 che Sara e Davide, seppur bambini intenti a giocare a nascondino, appartengono a due fazioni differenti. I loro padri, nella prima sequenza, si uccidono a vicenda e firmano il destino dei figli, lasciando che il loro legame viva negli anni di sguardi dietro le finestre e di segreti, che si tengono nascosti perché sono pericolosi. Senza troppi fronzoli o sottolineature forzate, l'azione salta avanti di dieci anni: Sara e Davide sono adolescenti e, nel giorno dell'anniversario della morte dei genitori, mettono in atto un piano ben congegnato il cui unico scopo è quello di far trionfare la possibilità dell'amore di fassbinderiana memoria.

 

Alle ore 12 in punto, armati entrambi di pistola, attraverseranno la selvaggia distesa condominiale che separa le loro abitazioni e i loro sentimenti per incontrarsi nel cortile e scrivere con il sangue la parola fine a quella guerra, che nella sua insensatezza fa ormai parte del loro patrimonio genetico oltre che mentale. Passando ognuno per conto proprio da una roccaforte all'altra, si liberano delle loro prigioni e lo fanno nell'unico modo che conoscono: sparando e uccidendo chiunque si ponga loro davanti. Amici, familiari e cari, soccombono in maniera violenta, non si contano i morti e nessuno deve rimanere vivo: sono tutti nemici da debellare, cancri da estirpare con tutte le radici.

 

Strizzando l'occhio al melò action di Hong Kong e omaggiando gli spaghetti western, Toni D'Angelo procede per sottrazione. Ridotta al minimo essenziale la cinematograficamente suggestiva ambientazione e cancellando ogni ovvietà o retorica verbale, Ore 12 vive di dialoghi essenziali, di azione convulsa e di simboli accennati (non si perda di vista la metafora con lo scorpione a inizio e fine del corto), mostrando senza ipocrisie la violenza. Ai personaggi in scena, quasi tutti giovanissimi, viene affidato il compito di farsi portavoce di valori che si mischiano in continuazione, di situazioni in cui i confini tra bene e male non sono demarcati e di considerazioni legate a qualcosa che spesso nei ghetti periferici di città passa in secondo piano: l'amore. Non quello sdolcinato dei lucchetti sui ponti e nemmeno quello degli status sui social network: si respira realismo nei volti di Sara, Davide e dei loro coetanei, trasuda il desiderio di denudarsi davanti a una camera e di spogliarsi della violenza che quotidianamente sono abituati a vivere. Amor vincit omnia, scriveva tanti secoli orsono Publio Virgilio Marone e nei sogni è possibile che l'amore vinca sulla camorra pur sacrificando ogni cosa. Ottime le scelte artistiche e la superba interpretazione dei giovanissimi Laura De Rosa e Vincenzo Messina mentre tra i professionisti spicca nella sequenza iniziale il volto di Salvatore Striano, divenuto dopo Cesare deve morire uno degli interpreti più bravi del nuovo cinema partenopeo.

 

Prodotto da Figli del Bronx & Cattleya (in collaborazione, tra gli altri, con Gianluca Arcopinto e Sky Cinema), Ore 12 è uno dei cinque cortometraggi nati nell’ambito del laboratorio di arti audiovisive “MINA”, in memoria di Gelsomina Verde vittima innocente della faida di Scampia. Il MINA con le sue esperienze formative rappresenta l’inizio di un nuovo cammino per Scampia, un cammino nel mondo dell’arte e della cultura, con la “costruzione” di competenze e maestranze di qualità che possono trasformarsi in risposte concrete per i giovani. Come suggerisce Nino D'Angelo (che per la prima volta presta le sue musiche al servizio del figlio Toni) con una sua azzeccata canzone nei titoli di coda, dà speranza pensare che prima o poi jesce sole.

 

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