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The Reaper

Regia di Zvonimir Juric vedi scheda film

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La recensione su The Reaper

di ROTOTOM
8 stelle

Un film che non lascia indifferenti e che cresce esponenzialmente dopo la visione.

 Il mietitore (tristo)

Tutto in una notte. Una notte dalla quale emerge come un'astronave aliena il trattore di Ivo, agricoltore che lavora solo di notte.

Le luci illuminano Mirjana, una donna sulla strada. Immobile come un gatto dallo sguardo lontano, abbagliato dai fari di un'auto prima della morte.

Tutta la prima parte di The Reaper è un gioiello di tensione che richiama il cinema noir fatto di ombre e ambiguità, mentre un grave senso di fine imminente grava come una cupola sulla notte immota. Un thriller che si risolve sciogliendo le tensioni nella microsocietà presa a riferimento come diorama di qualcosa di più grande e diffuso.
Colpa, desiderio, pregiudizio mischiate a paura e violenza sono gli ingredienti latenti di una miscela di cui Ivo è il detonatore.

 

Se tutto il cinema slavo si interroga sulla guerra e le sue conseguenze, anche The Reaper sottopelle insinua il veleno di un passato che si nutre ancora della paura come un parassita  non abbandona il corpo che ha scelto come ospite.
Ivo, il mietitore, ha un segreto che segreto non è. E questo segreto agli occhi del mondo della luce lo condanna a imperitura memoria a rimanere anch'egli bloccato sulla propria isola di colpa come un naufrago su un'isola deserta. Potrebbe essere un brav’uomo ma mantiene una distanza ostile nello sguardo e nell’espressione del viso.

Ivo è la cruna dell'ago nel quale si infilano e si intrecciano i fili di tre storie distanti ma simili. Statue di cera viventi nel museo della guerra e dell'orrore, condividono l'eco della morte e il presente fatiscente che non avanza di un millimetro verso un futuro più luminoso.
La forza di The Reaper è quella di rappresentare esteriormente un mondo interiore, un neo espressionismo decadente e fragile in bilico tra il desiderio e la colpa (la storia di Ivo e Mirjana ), tra abbracci e furiosi litigi (Josep e il fratello Dado), amore e depressione ( il poliziotto Krešo e la moglie).
I traumi interiorizzati dei personaggi si palesano nelle azioni e come nei film di genere noir e horror da cui il film attinge gli stilemi, i personaggi non sono sovrascritti ma vengono definiti dalle azioni che compiono sullo schermo.

 

La stanza di Ivo è di fatto una cella spoglia con una porta sul passato, la stanza di fianco, rimasta a vent'anni prima e nella quale anche le tazzine da te' apparecchiate sulla tavola polverosa sono a testimoniare una convivialità bruscamente interrotta da un atto di violenza, e che nella violenza finirà.
La casa del poliziotto Krešo è la prova che qualcosa non ha funzionato nella ricerca di un rassicurante focolare domestico, nel quale l'ansia e la depressione sono i coinquilini in eccesso  della sua famiglia.

Finale in sfumando, senza parole. Solo i suoni e gli echi della notte porteranno lontano il riverbero di queste tre storie.  

The Reaper diretto da Zvonimir Juric e proposto in prima internazionale nella sezione Contemporary World Cinema al TIFF 2014 è un film rarefatto dove sembra che nulla accada quando invece ad un occhio attento, sarà chiaro come le immagini mostrate siano la risacca notturna di uno tsunami recente.

Un film che non lascia indifferenti e che cresce esponenzialmente dopo la visione.

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