Regia di Giulio Ricciarelli vedi scheda film
Gran bel lavoro questo film di Giulio Ricciarelli, italiano di origine, ma di formazione tedesca. Il regista tratta con capacità un tema poco sviluppato nel cinema e poco noto al pubblico: il repentino accantonamento del nazismo nella Germania occidentale e il conseguente silenzio sulle stragi causate dal regime. A chi fu utile tutto ciò? "Questo è un labirinto, non si perda" dice il pm Bauer al giovane procuratore Johann Radmann, determinato a portare alla sbarra quanti più aguzzini di Aushwitz possibili (e ci ruscirà nel processo del 1963). Chi ha creato questo labirinto? Per quale motivo?
Nel film non si salva nessuno: innanzitutto i tedeschi, che hanno colpevolmente chiuso gli occhi e si sono gettati in una Germania protesa verso il futuro e il benessere; poi gli Alleati, che hanno protetto, fatto espatriare o reinserito nella pubblica amministrazione grandi nomi e pezzi grossi del governo nazista, in barba a un processo di Norimberga forse utile solo a eliminare chi non sarebbe servito; e infine tutti coloro che hanno collaborato alla tessitura di questo velo con cui coprire gli occhi di uno stato appena nato, voglioso di speranza e soprattutto dall'importanza strategica incalcolabile. "Adesso i nemici sono i russi".
In generale, la storia funziona, il ritmo è adeguato e senza cali, le interpretazioni sono assolutamente rimarchevoli e le scelte registiche, insieme alla fotografia, danno ancora più forza ai personaggi, immersi in una Francoforte quadrata, austera e dal sapore decisamente 60s. Una Francoforte in cui chiunque ha un legame col regime, chiunque ha un motivo per tenere immutato quel silenzio, anche i più insospettabili. Ma è il momento di alzare quel sipario, di fare i conti col passato, perché il silenzio non aiuta nessuno: senza analisi, senza informazione, senza consapevolezza non si può comprendere e non si può porre rimedio.
Quotes
- "Voglio che ogni ragazzo tedesco si chieda se suo padre fosse un nazista"
- "Mengele è Auschwitz, perché Mengele è come noi, ha una famiglia, è colto, ama l'opera... è quasi... simpatico"
- "Se io fossi stato qui [ad Auschwitz], non so come mi sarei comportato"
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