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Il labirinto del silenzio

Regia di Giulio Ricciarelli vedi scheda film

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La recensione su Il labirinto del silenzio

di gaiart
7 stelle

IL LABIRINTO DEL SILENZIO

Im Labyrinth des Schweigens (2014)

 

 

“Crimini commessi da persone perfettamente normali”

 

In uscita in Italia dal 14 gennaio, ben diretto dal milanese Giulio Ricciarelli, distribuito da Good Films, e negli negli USA da Sony Pictures Classics, IL LABIRINTO DEL SILENZIO concorre come Miglior Film Straniero agli Oscar.

 

 

LA CORNICE

Germania. 1958. Boom economico. La storia tedesca in quel momento è scissa in due: da un lato la crescita finanziaria connessa alla ripresa personale, emotiva della popolazione; dall’altro, anche da parte del popolo stesso, il negazionismo dei crimini commessi e la sparizione di ben 10 milioni di nazisti dei tempi di Adolf Hitler, come volatilizzati, riciclati in nuove vite o rintanati come talpe.

 

IL QUADRO

Basata sui fatti di una storia vera, la pellicola narra di Johann Radmann, il convincente Alexandre Fehling nei panni di un giovane procuratore che, con l’aiuto di un giornalista, Thomas Gnielka (Andrè Szymanski), s’imbatte in alcuni documenti in possesso di un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento. Questi incartamenti riguardano un'ex guardia di Auschwitz che potrebbe essere insegnante in una scuola elementare della città e danno inizio al processo verso i membri delle SS che hanno prestato servizio al campo, nonostante le istituzioni tedesche cospirino per occultarne i crimini commessidurante la Seconda Guerra Mondiale, finita 13 anni prima.

Solo Fritz Bauer, Pubblico Ministero Generale, sembra incoraggiare il giovane contro tutto e tutti, affidandogli l’incarico per cercare di assicurare i responsabili alla giustizia.

 

LA CRITICA

IL LABIRINTO DEL SILENZIO è elegante. Nella ricostruzione storica del dettaglio, di abiti, ambiti, ambienti dell’epoca risulta totalmente credibile. Ci sono ottimi attori, tra tutti uno: Johannes Krisch, il cui viso da jolly jocker, enigmatico e camaleontico da peso e furore al ruolo. Alla fine però risulta un po’ più commerciale di un altro film inchiesta tedesco, con più mordente, sviluppato sullo stesso tema.

 

LA CONCORRENZA

DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER/ THE PEOPLE VS. FRITZ BAUER/Il racconto di un’eroe.

Focalizzato però più su Bauer, la seconda pellicola è adamantina, ricca di suspence, colpi di scena, mistero, curiosità storica e psicologica di un personaggio sconosciuto, che è un eroe ignoto. Qui Fritz Bauer non solo è un procuratore generale tedesco, ma è anche un socialista, un ebreo, omosessuale, integerrimo, solitario, geniale. Un uomo spezzato. Che ha tutto e tutti contro nella sua ricerca di cattura verso Adolf Eichmann. Morto nel 1968, il ruolo è stato affrontato e scoperto grazie a un giornalista israeliano solo dieci anni dopo.

Personaggi come lui, con il coraggio di andare contro un sistema, a rischio della propria vita o serenità, ne nascono sempre meno. Sono esempi per tutti, in un’epoca dove prevale egoismo, menefreghismo e disinteresse per il bene collettivo. Un simile eroe odierno potrebbe essere Edward Snowden. Ed è per questi molteplici motivi che Lars Kraume, regista tedesco, ha deciso di fare questo film speciale. Oltre al fatto che la generazione adulta degli anni ‘50 è interessante. E’ curioso scoprire chi sapeva cosa. Sono persone complesse.

Kraume descrive con dovizia di particolari, in maniera lucida, perfettamente accurata con dettagli e particolari studiati attentamente, sia i costumi, le usanze e l’ambiente, molto raffinato ed elegante, dell’epoca in cui, una Germania ferita, cercava di rialzarsi e credere in se stessa negli anni ‘50-60. In realtà, al suo interno ancora il male si nascondeva e molti nazisti rimanevano celati, non stanati. Un po’ come oggi.

I due bravissimi attori (Burghart Klaussner, nel ruolo di Bauer e Ronald Zehrfeld, il suo assistente) sondano come il cuore umano tra uomini possa quindi raggiungere un’empatia fortissima, che va oltre la fisicità e che, forse, con il sesso opposto, non potrà mai eguagliare quello stesso tipo di accordo mentale e psicologico. Bauer con il suo giovane collega, il pubblico ministero Karl Angermann, tocca l’apice di amicizia che li vede condividere il segreto dei loro reciproci gusti sessuali, verso i transessuali.

All’epoca, la Germania condannava come penale tale propensione che puniva con il carcere.

DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER è quindi un film di denuncia, scomodo per la Germania, per i grandi gruppi come Mercedes-Benz, coinvolta nella copertura di Nazisti sopravvissuti, che cela dinamiche politiche interessantissime, anche se spietate. E’ un film drammatico su un eroe dell’epoca che lancia un messaggio atemporale sulla potenza di certe anime e il coraggio di essere se stessi fino in fondo. Cosa sempre più rara.

 

 

 

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