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Amazing Journey: The Story of The Who

Regia di Murray Lerner, Paul Crowder vedi scheda film

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La recensione su Amazing Journey: The Story of The Who

di mm40
6 stelle
La storia degli Who: dalla metà degli anni Sessanta, quando si facevano chiamare High numbers, attraverso successi, decadenza, ritorni miracolosi sulla scena fino alle innumerevoli reunion susseguitesi dagli anni Ottanta a oggi; a parlare della band sono chiamati non solo amici, collaboratori, parenti dei musicisti, ma anche i due membri sopravvissuti: il cantante Roger Daltrey e il chitarrista e compositore Pete Townshend.
 

Uscito nel 2007 in dvd, Amazing journey è un lavoro (IL lavoro) realmente onnicomprensivo dell'opera degli Who. Due dischi, quattro ore circa di materiale: interviste, riprese di concerti - anche inedite, materiale di repertorio sono fusi con abilità per dare la giusta forma a questo documentario che ripercorre una carriera ultraquarantennale e che ancora non accenna a volersi chiudere. Soltanto in due, dei quattro membri originali, sono rimasti in vita; il chitarrista Pete Townshend e il cantante Roger Daltrey, la cui unione pare davvero rafforzata dalla morte dei due compagni di band, dopo infiniti litigi fra primedonne e riappacificazioni mai più di tanto credibili, sembrano giunti, con l'arrivo alla terza età, a un patto di non belligeranza e di reciproca stima che è la naturale premessa per un lavoro come questo Amazing journey. Oltre ai due musicisti vengono qui intervistati numerosi collaboratori, sia sul palco che in studio, nonchè parenti, amici e fans del gruppo, alcuni evidenti (Eddie Vedder dei Pearl Jam) e altri più difficili a individuarsi, come The edge degli U2. Chiaramente si tratta di un film dai netti toni agiografici, ma la cosa bella di Amazing journey è che non si tira indietro di fronte alle sventure - discografiche e nella vita - della band, raccontando sia i decessi prematuri di Keith Moon e John Entwistle (batterista e bassista), che le fasi di crisi vissute da Townshend - in primis - e compagni. Un inno al quartetto inglese, confezionato con professionalità e una giusta (non ingombrante, insomma) dose di affetto; se la carriera del complesso dovesse fermarsi all'album Endless wire del 2006, questo documentario rimarrebbe il più completo e attendibile mai realizzato sui The Who. 6,5/10.

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