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The Elephant Man

Regia di David Lynch vedi scheda film

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Scarlett Blu

Scarlett Blu

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La recensione su The Elephant Man

di Scarlett Blu
10 stelle

Di David Lynch, questo è il primo film che ricordo di aver visto giovanissima (l' altro film è Dune che mi suggestionò moltissimo all'epoca, ma di cui ho un ricordo molto confuso e forse oggi mi farebbe un effetto diverso); all'epoca per ingenuità e ignoranza mi lasciai ingannare dal bianco e nero e pensai che fosse un film molto più vecchio.
Mi colpì immediatamente per il messaggio implicito, il senso di un 'opera che ci suggerisce di non fermarci alle mere apparenze, ma di andare oltre ciò che vediamo, negli altri e forse anche in noi stessi.
The Elephant Man è un film che non si dimentica: è rimasto quasi immutato nella mia memoria fino ad oggi, ma non avevo più avuto occasione di vederlo.
Proprio recentemente trovo il DVD in vendita in una libreria e ritrovo pressochè identica l'emozione dolorosa di allora, di fronte a questa storia così bella e triste.
All'epoca non sapevo neppure che quella di John Merrick fosse una storia vera.
La storia di un uomo deforme, orribilmente sfigurato da una malattia che gli deturpa il viso e il corpo, uno scherzo macabro della natura, esposto come un fenomeno da baraccone in un circo della Londra Vittoriana, - resa benissimo dalla fotografia in bianco e nero che ne suggerisce l' atmosfera ottocentesca tetra e cupa - trattato quasi alla stregua di un animale, incatenato, picchiato e umiliato dal padrone del circo e da quanti incrociano la sua strada per deriderlo.
Per fortuna un giovane chirurgo, il dottor Treves, - un bravissimo Anthony Hopkins - prende a cuore la sorte di questo ragazzo sfortunato (dovrebbe avere 21 anni) e lo ospita presso l'ospedale dove lavora, per tentare di alleviare in qualche modo le sue sofferenze.
Se all'inizio Traves è spinto da un interesse puramente scientifico, interrogandosi se egli sia un uomo buono o cattivo nel suo modo di porsi verso il 'mostro' che lo porta comunque a difenderlo e proteggerlo, confrontandosi con John, scoprirà che dietro a un aspetto repellente, si nasconde un' anima buona e gentile, un uomo desideroso di un po' di pace, tranquillità e un qualche semplice gesto di affetto.
E grazie al buon chirurgo, il protagonista trova pietà e considerazione, ma trova anche atteggiamenti volgari e meschini, purtroppo una costante della sua vita dolorosa.
John suscita la curiosità un po' modaiola di vari personaggi, dai più illustri della società del tempo, attrici famose e nobili dame londinesi, ai meschini omuncoli e donnette volgari che pagano  - il disgustoso guardiano dell'ospedale che si arrabatta per portare curiosi nella stanza di John - solo per vedere il 'mostro'.
E il film si dipana, e non si può fare a meno di provare empatia e pietà per il personaggio, mentre scopriamo i talenti e la sensibilità di John Merrich, che conosce la Bibbia a memoria, che è pieno di premure per chi gli offre una parola gentile, che disegna persone che dormono - un semplice desiderio o sogno solo apparentemente banale, poter addormentarsi in un letto come persone normali, senza soffocare sotto il peso del proprio dolore di reietto - che costruisce cattedrali di cartone che intravede dalla finestra, unica porzione che può vedere di quel mondo libero che lo respinge.
Il finale è sottolineato dalla musica malinconica - uno dei momenti più toccanti - quando il protagonista, tornato in ospedale dopo il rapimento ad opera del suo vecchio padrone del circo, sceglie di tradurre il sogno in realtà e liberarsi così del suo tormento.
Bellissimo film che resta negli occhi, nell' anima e nel cuore.
Da vedere almeno una volta nella vita.
Impossibile dimenticarlo.

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