Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Al suo quinto film da regista (il secondo di ambientazione western dopo "Lo straniero senza nome"), Clint Eastwood è già dalle parti del capolavoro. E comincia a mostrare una maturità non solo stilistica, ma anche morale. Innanzitutto il suo personaggio, per la prima volta, non ha niente a che fare con il pistolero senza nome reso famoso dalla trilogia del dollaro di Sergio Leone o con il protagonista del suo primo western da regista. Qui ha un nome e un cognome, Josey Wales, ha un passato che lo tormenta (deve vendicare il truce assassinio della moglie e del figlio), e soprattutto mostra già una sua statura morale. E' stato giustamente osservato che questo "The Outlaw Josey Wales" (preferisco il titolo originale allo stupido titolo italiano: il protagonista non è infatti del Texas ma del Missouri) è il suo film più fordiano, nel senso che propone una idea di tolleranza e di rispetto, mostrando la necessità di una convivenza tra un gruppo di personaggi, per lo più dei reietti, diversissimi tra di loro (un capo capo cherokee, tre donne, di cui una squaw, e persino degli indiani comanche). E si conclude con il raggiungimento di una pace interiore; Josey ha finalmente trovato la pace ("Si, la guerra è finita, e ognuno ha perso qualcuno in quella maledetta guerra"). Assolutamente da vedere.
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