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American Sniper

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su American Sniper

di munnyedwards
8 stelle

L’incredibile vicenda di Chris Kyle la scoprii leggendo un giornale, era un articolo di cronaca estera che parlava del processo al suo assassino (Eddie Ray Routh) e della condanna all’ergastolo che gli fu commutata, nonostante la pubblica accusa avesse chiesto la pena di morte.

La storia di questo militare dei Seals divenuto una vera e propria leggenda per le sue qualità da infallibile cecchino (160 uccisioni confermate durante il conflitto Iracheno), freddato a tradimento da un reduce che lui cercava di aiutare nel difficile reinserimento in società mi colpi moltissimo, la trovai una storia profondamente americana, piena di tutte quelle contraddizioni che sono insite nel DNA degli Stati Uniti.

Nell’articolo si accennava anche al fatto che Clint Eastwood aveva comprato i diritti dell’autobiografia di Kyle (dall’omonimo titolo American Sniper) e che molto presto sarebbe uscito un film diretto proprio dal regista de Gli Spietati, mi sembrò una bella notizia, l'occasione giusta per il vecchio Clint di lanciare un ultima zampata vincente dopo i recenti film non proprio riusciti.

E cosi è stato, almeno per quanto mi riguarda, American Sniper è il miglior film di Eastwood dai tempi di Gran Torino e Changeling, e lo è nonostante l'evidente propaganda bellica in puro stile americano, lo è perché nonostante questo limite (del resto inevitabile vista la fonte originaria del testo) riesce ad affrontare anche altri temi e lo fa con la leggerezza e la rigorosa potenza visiva del suo stile classico e intramontabile.

 

Bradley Cooper

American Sniper (2014): Bradley Cooper

 

Chiariamo subito un punto, American Sniper non è (solo) un film sulla guerra in Iraq, cosi come non lo era The Hurt Locker della Bigelow, non era necessaria nessuna analisi politico/militare sul conflitto, nessun approfondimento sulle motivazione che hanno scatenato la guerra e nessuna imparzialità di giudizio nell’individuare chi fossero i buoni e i cattivi, che poi vallo a capire in un contesto da far west come quello rappresentato nel film.

E questo per un motivo molto semplice, nel film si narra la storia di Chris Kyle, cecchino dei Seals in Iraq per quattro turni consecutivi e il punto di vista sulla vicenda è il suo, scritto nella sua autobiografia e riproposto da Eastwood nel suo film, Chris Kyle aveva ben chiaro chi fossero i cattivi perché li vedeva ogni giorno nel mirino del suo fucile di precisione.

Immaginare qualcosa di diverso, aspettarsi da Eastwood (del quale conosciamo le idee politiche da un pezzo) un analisi più sfumata e imparziale, significa chiedere al film qualcosa che il film non può dare, perché semplicemente si concentra su altri aspetti, si concentra sulla vita di questo cecchino addestrato a fare un lavoro sporco e sulle conseguenze che questo lavoro comporta nella sua mente e nel suo reinserimento sociale; di questo parla American Sniper, come del resto The Hurt Locker parlava di un artificiere schiavo dell’adrenalina e dell’azione di disinnesco al punto da diventare quasi bomba-dipendente.

 

Bradley Cooper, Kyle Gallner

American Sniper (2014): Bradley Cooper, Kyle Gallner

 

Questo non significa che il film non sia sfacciatamente schierato (tutt’altro), ma il ritratto che ne esce del protagonista è più sfumato di quanto possa apparire ad una prima lettura, Eastwood fa di Chris Kyle una leggenda e lo elogia per l’eroe militare che è stato, ma nel contempo ne mette in evidenza anche le ossessioni e le debolezze, le fissazioni e l’egocentrismo assoluto; la follia che si cela dietro il pensiero di dover proteggere tutti (perché lui è un cane pastore).

Kyle (interpretato da un sorprendente Bradley Cooper), è una macchina da guerra che non ha dubbi, che non ha mai avuto dubbi fin dal principio, sceglie la sua strada convinto di essere nel giusto e non si pone nessuna domanda, in questi atteggiamenti radicali ci sono tutte le anomalie del personaggio che poi sono anche le anomalie del suo paese e di una grossa fetta della popolazione che lo abita.

Questo aspetto critico appare chiaramente nel film pur se ben nascosto dietro l’esaltazione dell’eroe, ma Kyle era un uomo e come tale fallibile e imperfetto, ossessionato dalla guerra al punto di mettere in secondo piano la famiglia e qualsiasi altra cosa, per lui contano solo i nemici da uccidere e i compagni da proteggere, in particolare la sua ossessione si chiama Mustafà (cecchino come lui), e solo dopo aver chiuso il conto con lui sarà pronto a tornare a casa.

 

Bradley Cooper, Clint Eastwood

American Sniper (2014): Bradley Cooper, Clint Eastwood

 

Eastwood gira un film nel suo solito stile classico, da gran maestro qual’è si dimostra pienamente a suo agio nella dimensione del war-movie, cosi come nelle lunghe sequenze di guerriglia e di scontro fra i due cecchini (che rimandano chiaramente al western), dimostra ancora una volta di avere il pieno controllo del mezzo registico e di poter dominare con sicurezza qualsiasi contesto filmico.

American Sniper è un film pienamente riuscito e molto più complesso di quanto possa apparire, rispettoso del materiale di partenza autobiografico ma capace di scavare a fondo nelle ossessioni del suo protagonista, è un film schierato dalla parte dell’eroe Kyle che non dimentica però di mostrarci anche i lati oscuri dell’eroe, che prima di essere tale è sopratutto un uomo.

In fondo non so quanta propaganda pro-america ci possa essere in un opera filmica che inizia con il suo protagonista che uccide un bambino e una donna e poi, tornato a casa da eroe nazionale, viene freddato da un militare come lui senza nessun motivo apparente, la forza di questa storia sta tutta qui, in questa clamorosa stonatura che ben fotografa le contraddizioni di un paese intero.

Voto: 8

 

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