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American Sniper

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su American Sniper

di Corinzio
7 stelle

Dio, Patria e Famiglia.

Sono le poche ed essenziali coordinate con cui è cresciuto Chris Pile e all'interno di questo sguardo semplice, magari un po' ottuso, in cui si muove la vita e le imprese di questo cecchino americano dei Seals. Uno sguardo appunto univoco eppure ambivalente nelle sue conseguenze che già il trailer fa intravedere nella sua indubbia efficacia, sospesa fra l'orrore e il sollievo. Una sequenza forte, inframmezzata dal flashback in cui viene introdotto il personaggio di Chris.

All'apparenza il racconto mi è sembrato lineare e classico, tipico del cinema di Eastwood, ma non si può fare a meno di notare che dietro tale linearità, avviene una progressiva sconnessione con il reale, unita ad un altrettanto progressivo svuotamento dell'uomo Pile a vantaggio del soldato Pile.

L'ambivalenza dei gesti e di situazioni del campo di battaglia si ripresentano nella vita civile (la quasi aggressione nei confronti del cane, l'atteggiamento minaccioso nei confronti dell'infermiera), tanto da dover riposizionare il proprio precario equilibrio nell'aiutare i reduci per riprodurre le condizioni del campo di battaglia, cioé di salvare le vite dei propri commilitoni.

Una parabola dal finale tragico quanto beffardo.

Vero è che la guerra in Iraq e le sue conseguenze erano state già trattate sia da De Palma (Redacted) e dalla Bigelow (The Hurt Locker), ma con le dovute differenze perchè Il film di De Palma si muoveva sulla molteplicità dello sguardo stesso e nella Bigelow la guerra diventa assuefazione ed annullamento dell'individuo.

La regia di Eastwood si conferma solida anche se non mancano elementi di compiacimento stilistico (il percorso della pallottola verso l'avversario Mustapha), Cooper molto bravo con una recitazione mai sopra le righe ed anzi utilizzando molto i mezzi toni: forte, risoluto ma mai eccessivamente spaccone o tantomeno fanatico.

E' un film che presenta più ambiguità di quello che mostra, segno forse dei dubbi politici del regista stesso, diviso dalla giustezza dell'intervento bellico ma conscio delle tragiche conseguenze dello stesso. La sequenza della tempesta di sabbia, l'annullamento di ogni sguardo e muoversi alla cieca è forse l'abisso in cui l'America è precipitata e ancora non risollevata. Non il migliore Eastwood, pur sempre un signor film.

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