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American Sniper

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su American Sniper

di mc 5
10 stelle

E' venuto il momento che temevo, che ho temuto. Quello che mi spaventava e che mi spaventa è il dovermi confrontare con un film talmente "grande" che, da qualunque parte io provo ad affrontarlo, mi sento inadeguato a commentarlo. Ci proverò. L'ho visto una paio di volte ma lo rivedrei di nuovo. Perchè da un lato ne sono stato affascinato e dall'altro però permane qualcosa che mi sfugge, e credo di aver capito cos'è. Chiariamo subito un aspetto, che non è di poco conto. Sappiamo bene che tempra d'uomo è Eastwood e come la pensa sul mondo. Sappiamo che non è esattamente obamiano, anzi. Eppure mi sono convinto di una cosa: sbagliatissimo attribuirgli patenti di fascista o di reazionario. No, lui è prima di tutto AMERICANO. Inside, proprio "dentro". Probabilmente un PATRIOTA. E questo non significa tout court "fascio". Io credo anche un'altra cosa. Questo senso di appartenenza alla Grande Nazione io non lo potrò mai capire e lo possono afferrare SOLO gli americani, un pò tutti -repubblicani e democratici. Anche se è ovvio che i repubblicani hanno una visione meno "diluita" da influssi di una cultura europea e dunque "aperta", no, loro sono "roccia" e "granito". E Clint credo sia così e io lo RISPETTO perchè è il suo modo (che -lo ripeto- NON è il mio) di amare incondizionatamente il suo Paese. C'è un UMANESIMO profondamente terreno e vulnerabile (pur nella sua granitica fede) nella visione che Clint ha della Nazione e dei "ragazzi" che questa Nazione vanno a servire. E questa visione -ribadisco- merita RISPETTO. Soprattutto poi se, come nel nostro caso, fa da pilastro ad ispirare una vicenda (adattata allo schermo da una biografia autentica) così tremendamente umana, devastante nella sua potenza morale, commovente nel suo intimo dolore. Clint non ha timore a tributare senza condizioni omaggio ai suoi connazionali impegnati sul fronte, ma solo uno sciocco superficiale ravviserebbe i connotati di una bieca reazione fascista in tutto questo. La questione è diversa perchè il suo sguardo sul conflitto è differente rispetto a quello di noi europei. Ma neanche questo forse è il punto (ecco, lo sapevo che mi sarei incartato...). Insomma, io credo che Clint non è che prenda una posizione anti-Islam chiara e men che meno aggressiva o polemica. Lui fa altro. CI MOSTRA L'ORRORE DELLA GUERRA SPOGLIANDOLO DELL'IDEOLOGIA POLITICA. Ci mostra i soldati che in trincea, sotto quelle divise pesanti e sudate sono in realtà NUDI. Nudi e terrorizzati. E si sa che il terrore tende l'uomo UNA BESTIA. E su questo punto potrei portare ad avvalorare le mie parole più d'una sequenza del film. Ma più di tutte quando l'eroismo di "Leggenda Chris" vacilla pericolosamente, nel momento in cui la sua arma inquadra un bambino (avrà avuto 7/8 anni) che si china a raccogliere un bazooka e Chris sa che gli DEVE sparare ed è sul punto di farlo MA NON LO FA e crolla, chiude gli occhi come a dire MA CHE CAZZO STO FACENDO (io a quella scena fra l'altro mi sono quasi commosso). Il messaggio è che l'uomo quando diventa un animale non è più un uomo, quando mette in secondo piano la moglie e i figli rispetto alla "Missione" si accorge di essere il protagonista di una mutazione allarmante. E Clint inquadra magistralmente il PERCHE' un ragazzo medio americano inizia fin da piccolo un percorso, lo vediamo benissimo da quel discorso che suo padre gli fa (un discorso tremendo ma -secondo la forma mentis americana- ineccepibile), la teoria cioè (chi ha visto il film ha capito bene a cosa mi riferisco) che esistono tre generi di uomo: il lupo, la preda e il cane da pastore. Ecco perchè Chris diventa quel che diventa. Che poi Chris è un misto di tante cose, non tutte positive. Per esempio è un maschio cialtrone e maschilista, un cow boy, un bovaro piuttosto elementare ed unidimensionale come cervello. Ma questa sua natura superficialmente monolitica di fronte ai corpi dei commilitoni maciullati e di fronte a donne e bambini utilizzati come scudi umani, cede, vacilla, va in tilt, fa crak. E allora lo vediamo, nel sottofinale, che torna definitivamente a casa decisamente frastornato, dapprima alienato poi in fase di recupero ma SOLO attraverso il bene che si rende conto di poter fare ai suoi compagni di guerra più sfortunati. E il finale è infatti un lungo reportage sul suo spirito di servizio, su come lui si senta finalmente appagato dall'essere utile agli ex commilitoni dai corpi straziati. E soprattutto finalmente consapevole di quel valore universale che è l'Amore della famiglia. Quella è LA VITA, il fronte era LA MORTE. E quando un giovane soldato gli tributa omaggio, mostrandogli peraltro un arto meccanico, lui non si gonfia affatto il petto, anzi, ha una reazione confusa, quella di chi non sa cosa pensare. Insomma, vedere quei corpi mutilati e percepire tutto l'amore della moglie...lo rende assai diverso da quel cowboy che metteva la Patria forse ancor prima della donna che amava. Clint ci dice che la Guerra è un Mostro e che DEVASTA le persone, coi loro sentimenti e i loro intimi affetti. Anche se poi nel film c'è un finale assolutamente a sorpresa (che è poi uno scherzo del destino) ma che prego vivamente chi ha visto il film di non divulgare. E veniamo ad una questione basilare, i due attori protagonisti. Premessa sincera: non sono mai stato un fan di Bradley Cooper, l'ho sempre sopportato a fatica. Ma qui si supera, compiendo su se' stesso un incredibile lavoro d'attore, cui è necessario tributare il giusto riconoscimento (una candidatura all'Oscar per esempio). Cooper ci mostra con superbo talento le fasi del cambiamento della sua personalità, fino ad arrivare al crollo finale dei nervi. Vi prego di osservare i suoi occhi -terrorizzati e stanchi- inquadrati in primo piano nella scena che sopra citavo, quando è sul punto di sparare a un bambino: ecco, lì Cooper ci esprime con tutto il corpo la tragedia che sta vivendo come uomo ridotto in pezzi. Ma in realtà per me la sorpresa più bella è stata la prova di Sienna Miller. Lo so che appaio ridicolo, ma in certi momenti avrei voluto oltrepassare lo schermo ed abbracciarla forte. La Miller è fantastica. La vediamo nelle scene iniziali -quelle del corteggiamento da parte dii Chris al bar- che ci appare come una gran gnocca (mi si passi l'espressione "pop") che si beve il suo drink per poi trovarla (radicalmente diversa) moglie e mamma innamorata e appassionata ma distrutta dall'assenza del marito. Di disarmante tenerezza vederla col neonato attaccato al seno, davvero. Brava, bravissima.
In definitiva: un Eastwood a livelli altissimi, una delle sue cose migliori.
Assieme a "Big Eyes" e a "L'amore bugiardo" il terzetto dei film ora in sala che nessuno può permettersi di perdere.

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