Regia di John Huston vedi scheda film
Secondo Mereghetti il film racconta "con disincanto e amarezza la storia di un fallimento": fin dal primo film di Huston si tende ad attribuirgli dei finali fallimentari che non ci sono: la risata finale del vecchio Howard (il bravo W. Huston) non è cinica né amara, ma coerente a quanto lui ripeteva dall'inizio sui danni della sete dell'oro su chi lo trova, e sul piacere vero di cercarlo e di viverne l'avventura più che di possederlo: la fine "tragica", ma prevista, è stata quella di Dobbs, che trovando l'oro ha perso le qualità umane che aveva, di generosità e senso dell'amicizia e della giustizia, per diventare acido, sospettoso e sempre più cinico e prepotente; la perdita conclusiva dell'oro è una gustosa parabola, certo non un fallimento. Huston, citato in Di Giammatteo, critica l'attenzione posta alle conclusioni dei suoi film e al conto di quanti appaiono fallimenti.
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