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Il tesoro della Sierra Madre

Regia di John Huston vedi scheda film

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La recensione su Il tesoro della Sierra Madre

di Axeroth
10 stelle

IL SAGGIO, L’ONESTO E IL FOLLE, ALLA RICERCA DELL’ORO DELLA SIERRA MADRE



Fred C. Dobbs, uomo povero dei bassifondi,  è alla ricerca di un lavoro, soldi e una casa. Mendicando incontra per diverse volte un uomo ricco che gli dona del denaro alla richiesta “pagherebbe un pranzo ad un americano?”. Un giorno, dopo un lungo periodo di carità, incontra per due volte in breve tempo un ragazzino che vende biglietti di una lotteria. Al primo incontro, il ragazzino convincerà Dobbs a comprare un biglietto, con il pretesto che è quello vincente e che una volta vinto il denaro in palio, cedesse il 10% della cifra allo stesso ragazzo. Al secondo incontro, il ragazzino porterà a Dobbs il premio vinto di 200 dollari, ed in quell’occasione quest’ultimo si sentirà su un percorso dato un destino in salita verso guadagni e fortune maggiori. Tuttavia, in quell’occasione, nel dormitorio conosce Howard, un vecchio, dall’aspetto vissuto, ma con aria saggia ed intelligente e con venature di uomo di buon cuore e di cultura. Howard (un magistrale Walter Huston) racconta delle sue avventure alla ricerca dell’oro; racconta di avere un passato pieno d’esperienze: Sud America, Nord America, Australia ecc.. e afferma che la febbre dell’oro è una brutta bestia: causa all’uomo qualcosa che non solo gli annebbia la ragione, ma lo uccide nello spirito, è una vera e propria malattia. Per ottenere dell’oro e della ricchezza si è pronti a sacrificare ogni cosa. Tornando un attimo indietro, prima di incontrare Howard, Fred ha lavorato per qualche giorno per lo scaltro e vile Pat McCornick, il quale è conosciuto con la brutta fama di essere un selezionatore di allocchi, che una volta diventati suoi dipendenti per dei lavori faticosi e con il peretesto di pagarli poi, non li paga mai. Durante quei giorni di lavoro, con la promessa di 8 dollari al dì, conosce Bob Curtin (Tim Holt), anch’egli povero, per strada, in cerca di un lavoro e di una vita migliore. La conoscenza di Curtin ed Howard creerà il terzetto al centro della storia. Dopo essersi presi la paga a McCornick con la forza ed essersi accordati col vecchio, Dobbs e ‘Bobby’ partono per la Sierra, alla ricerca dell’oro. La salita sarà ardua e faticosa, e la luce del sole darà allucinazioni, tali da far vedere all’ inesperiente Dobbs l’oro su ogni roccia della montagna, versando dell’acqua sulla parete di ogni sasso, ma, Howard tranquillizza il gruppo, l’oro c’è, ed è sulla vetta, inoltre, fa mente locale che “l’acqua è più redditizia dell’oro” perciò non bisogna sprecarla ed avere fede e pazienza. La salita sarà un duro colpo per la fragilità fisica di Dobbs e l’ignoranza di Bobby, ma per Howard sarà come una passeggiata domenicale. 


 
Una volta trovato dell’oro, si organizzeranno ingegnosamente sfruttando rami di diversa lunghezza per costruire delle strutture per lavorare la sabbia e scavano una galleria per conquistare il tesoro che la Sierra nasconde. Tutto durerà a lungo, fino al giorno in cui il destino del gruppo cambierà. Un certo James Cody, dopo aver seguito Bobby dalla città fino in cima, con la sua presenza ed il suo sacrificio in un triste contrattempo con dei banditi su una scoscesa, sancirà una svolta nei piani e nelle vicende di ogni singolo uomo del gruppo. Ma questo sarà solo l’inizio di una serie di imprevisti e circostanze che comprometteranno ciò che si erano predeterminati.  



  – La morale della favola è che l’avidità ed il desiderio di avere sempre di più ci porta a perdere la ragione al prezzo di un bene materiale. Se desideriamo avere perderemo ciò che abbiamo, se non desideriamo, ma offriamo, otterremo e ci arricchiremo. Potrebbe essere la Parola del Signore, o una semplice legge dell’attrazione? “Chiedi, e ti sarà dato”, “dai e ti sarà restituito”. Howard, dopo anni di vita lo sapeva e per tutta l’avventura s’è comportato con la consapevolezza, e quindi con la certezza, che se non avesse temuto i suoi compagni ed avesse avuto fiducia in se stesso e nella provvidenza, non avrebbe mai perso niente, anzi, ci avrebbe guadagnato sia la compagnia che il denaro. Per Dobbs la questione è molto diversa: teme i suoi compagni, teme i suoi nemici, teme il mondo, e forse teme anche se stesso. Dobbs vive del terrore che tutti cospirino contro di lui, che ogni sasso, ogni nuvola nasconda qualcuno pronto a colpirlo alle spalle, o che, con un colpo basso, possa soffiargli la sua porzione d’oro che s’è messo da parte con tanta devozione. Il luccichìo di quella sabbia dà alla testa, ma non fa a tutti lo stesso effetto. Bobby Curtin è una persona onesta e leale, al quale non è mai saltato in mente di truffare i suoi soci, neanche a costo della vita, è convinto che l’unico modo per scamparla è confidare nell’altro e che l’altro confidi in lui, solo uniti si può superare il muro delle vicissitudini, se ci si separa, qualcuno potrebbe rimanere di sotto causando una speculare caduta dell’altro dalla parte opposta. E’ il destino dell’umanità quella di perdere in massa se non si collabora ad un fine d’interesse comune. L’Uomo non sarà libero fintanto che ve ne sarà uno in catene. Talvolta le catene sono quella mancanza di fede e di giustizia che nell’animo umano manca, o che è oscurato dalla sofferenza e dai limiti che ci poniamo. Spesso i limiti sono di una grandezza insolcabile, tale, da farci perdere la percezione di quanto maestosi possano essere. La realtà è che l’animo umano è un baratro i quali limiti di profondità sono dati solo dalla volta di rimanere in alto il più possibile, senza lasciarsi trasportare verso il basso, dove mancano la luce e l’aria e dove la migliori compagne sono l’angoscia ed il dolore. Humphrey Bogart in questa grande ed importante opera dell’amico John Huston, recita alla perfezione nella personalità di un uomo, che, non consapevolizzandosi dell’arricchimento acquisito sia nello spirito (con l’amicizia) che nella materia (con l’oro), diventa ancora più povero di prima, perdendo anche il senno della ragione. Le scene più significative del film stanno probabilmente in tre situazioni: la scena del focolare, dove ognuno dei tre protagonisti, racconta il suo sogno da realizzare con il gruzzoletto d’ oro scovato, ed in questa sede, già verrà messo in evidenza le personalità di ognuno di essi; la scena del rinvenimento del bambino messicano da parte di Howard, atto che sottolineerà la sua grandissima bontà d’animo; in terzo luogo, abbiamo una delle scene più eccezionali della carriera di Bogart, quando rimane solo con Bobby, esplode in attacchi di paranoia e follia, manifestando i sintomi della ‘febbre dell’oro’ dimenticando ogni senso della realtà, perde per strada il lume della ragione, interpretando ogni cosa in modo completamente fuorviante, sfociando in azioni compulsive e violente. L’avidità alla fine ci porta a perdere anche il poco che avevamo al punto di partenza.-  



 Il finale con la risata di 2 minuti alla Tiziano Terzani di Walter Huston è qualcosa di memorabile. Il destino fa un brutto gioco, e la vita è una serie di intrinseche realtà paradossali e imprevedibili. Capolavoro.

Sulla colonna sonora

Celeberrima

Su Humphrey Bogart

Sicuramente in questo film rientra nelle sue 2-3 migliori interpretazioni della carriera, con "Casablanca" ed "Una pallottola per Roy".

Su Walter Huston

Standing ovation per questo "vecchio pazzo". Un grande.

Su Tim Holt

Di viso languido ma poderoso.

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