Regia di Alberto Negrin vedi scheda film
Vita, successi, gioie e tragedie di Gino Bartali, toscano classe 1914, uno dei più grandi ciclisti della storia.
Prodotto televisivo, ma di valido spessore, Gino Bartali - L'intramontabile conferma ancora una volta la buona mano di Alberto Negrin dietro la macchina da presa, capace di confezionare un lavoro sì semplice e narrativamente diluito all'estremo (ducento minuti di durata, per l'apposita trasmissione catodica in due puntate da cento ciascuna), romanzato e non sempre ineccepibile dal punto di vista della forma - appunto: la destinazione è quella del piccolo schermo - ma dai contenuti attendibili e ficcanti, incentrato essenzialmente sulla vita sportiva del campione, d'altronde saldamente inquadrata nel contesto storico-politico in cui si è sviluppata. E' così che la sceneggiatura di Andrea Porporati, Giancarlo e Massimiliano Governi e del regista racconta del Bartali figlio di genitori poveri e contrari - almeno all'inizio - alla sua carriera agonistica; del Bartali antifascista, del Bartali in ascesa in un mondo difficile e privo di grandi soddisfazioni come quello del ciclismo, del Bartali - infine - eterno rivale di Fausto Coppi. Pierfrancesco Favino è l'azzeccato protagonista, anche se è costretto a interpretare un arco storico di circa un quarto di secolo, risultando inevitabilmente poco attendibile come adolescente (classe 1969, qui va per la quarantina) all'inizio del film, ma per il resto capace di una buona prova. Simone Gandolfi è Coppi, mentre fra gli altri interpreti del cast, nutrito di nomi interessanti, si trovano Nicole Grimaudo, Francesco Salvi, Edoardo Gabbriellini, Carlo Giuffrè, Franco Castellano, Edoardo Natoli, Rodolfo Corsato e Vittorio Amandola. Purtroppo e per fortuna dietro l'operazione c'è il marchio Rai: se la forma televisiva svaluta non poco il prodotto, comunque va elogiata l'idea di omaggiare uno dei massimi atleti della storia italiana. 4/10.
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