Regia di Takashi Yamazaki, Ryuchi Yagi vedi scheda film
Nella società nipponica iperefficiente e votata alla produttività, Nobita è una pecora nera senza scampo e senza giustificazione: pigro, ritardatario, goffo, i suoi voti sono i più bassi della classe. In suo aiuto, dal XXII secolo, giunge Doraemon, gatto-robot iperaccessoriato che dalla sua tasca, come Eta Beta, estrae i chiusky, aggeggi in grado di rimediare a (quasi) ogni disastro. Il suo obiettivo è rendere Nobita un bambino felice, dando forma al futuro che sogna; le cose si complicano, però, quando bimbo e gatto decidono di fare una capatina proprio nel futuro, per dare una spinta al destino. Primo lungometraggio realizzato in stereoscopia nella lunghissima saga del tenero micio robotico creato da Fujiko F. Fujio (protagonista di un manga e di un anime popolare anche in Italia dagli anni 80), Doraemon - Il film riparte dall’origine, dall’arrivo dirompente del gattone, e ripropone in computer grafica (ma con l’ausilio di sfondi ripresi dal vivo e integrati con i personaggi animati) i tratti tondeggianti dei protagonisti della serie. Se Doraemon, morbido e metallico insieme, ne guadagna, i movimenti non eccellono in fluidità e le sequenze di volo e corsa realizzate appositamente per il 3D sono posticce e al sapore di giostra da luna park. Resta invariato il legame struggente fra il piccolo Nobita e il suo amico-aiutante magico, che nel finale sancisce con toni melodrammatici, tra fiumi di lacrime, il crepuscolo dell’infanzia e del tempo dell’innocenza.
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