La recensione su Noi e la Giulia

di Storiedicinema

6 stelle

Divertente ma meno realistico dei precedenti

- Che stamo in guerra co la nigeria e non c'ha detto niente nessuno?
- Noi veniamo dal Ghana!
- Embè, il Ghana non sta in Nigeria?

Terza avventura dietro (e davanti) la macchina da presa per Edoardo Leo, alle prese ancora una volta con la commedia italiana.
Diego (Luca Argentero) è un venditore di auto oppresso dal proprio datore di lavoro che soffoca all'interno della concessionaria. Claudio (Stefano Fresi) è stato capace di rovinare la storica attività di famiglia, in piedi dai primi del 1900. Fausto (Edoardo Leo) vende orologi in tv ed è uno di quei personaggi esteriormente di successo ma capaci in realtà di collezionare soltanto debiti. Tre giovani falliti (come loro stessi si definiscono) decisi a dare una svolta alla loro vita vissuta finora passivamente e povera di soddisfazioni personali. I debiti di Fausto porteranno Sergio (Claudio Amendola) ad unirsi a loro.
Si ritrovano insieme, da sconosciuti e per necessità economiche, a creare una società e rimettere in sesto un agriturismo. Ma la campagna, apparentemente accogliente, è disseminata di protettori affiliati alla camorra che pretendono la loro parte.

Il regista ama le auto d'epoca e le rende protagoniste delle sue opere, così dopo la Morgan di diciotto anni dopo stavolta è il turno di una Giulia 1300. Proprio l'opera prima di Edoardo Leo, rispetto a questa, era piaciuta di più. Capace non solo di farci ridere, ma anche di affrontare, smorzate dalla giusta ironia, tematiche più serie sorrette da un'ottima percezione della realtà. E lo spazio lasciato a qualche riflessione è importante per segnare un deciso solco tra questo genere di commedia e quella ormai satura dei periodi natalizi.
In Noi e la Giulia la trama scorre divertente e per nulla avara di ironia. Ma la caratterizzazione forzata dei personaggi e l'eccessivo ricorso ai classici stereotipi del nostro paese se da un lato aiutano la comicità, dall'altra allontanano l'immedesimazione nei personaggi e quindi portano automaticamente ad un distacco da quella quotidianità che Leo vorrebbe rappresentare. Distanza che i buchi della sceneggiatura non aiutano a colmare: diverse infatti le situazioni che sembrano risolversi magicamente e senza troppa logica temporale (non le elenchiamo per non svelare troppo).
Resta valida e nonostante tutto viva la morale che il film vuole trasmettere: attraversiamo un periodo particolarmente difficile e proprio per questo la nostra generazione dovrebbe rispondere ai problemi con caparbietà e spirito di iniziativa piuttosto che piangersi addosso giustificando la mancanza di reazione con la crisi del momento.