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Andiamo a quel paese

Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film

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La recensione su Andiamo a quel paese

di EightAndHalf
5 stelle

scena

Andiamo a quel paese (2014): scena

 

Sufficienza risicata, anche se ci vorrebbe un po' più di benevolenza. Inutile quanto inevitabile contestualizzare: tra i bassifondi raggiunti da Aldo, Giovanni e Giacomo, le porcaccionate dell'ormai morto (?) cinepanettone, con le porcate moraliste che sono le commediole della classe Genovese, Miniero, Brizzi e Co., con Checco Zalone viziato dal successo (anche se Che bella giornata e Cado dalle nubi si salvavano, Sole a catinelle è il vertice della bassezza), con anche Verdone che va annacquandosi nell'insignificanza, per non parlare di Pieraccioni, Ficarra & Picone sono un sorso di acqua fresca, anche se amara. La commedia italiana sta collassando, è già collassata, e se nei piccoli filmetti di nicchia riesce parzialmente a sopravvivere (il curioso Pranzo di ferragosto di Gianni de Gregorio, lungi dall'essere per il grande pubblico), ciò non toglie che ha perso quella natura popolare che sapeva conciliare le dignitose pretese di spettatori un po' più impegnati e la voglia di sganasciarsi dal ridere del pubblico meno esigente (e a proposito del duo siciliano, ancora imperdonabile la citazione implicita ma evidente della lettere di Totò, Peppino e la malafemmina nell'orrido Femmine contro maschi). Vedere una sala cinematografica piena fino all'orlo può fare piacere, si respira un'aria di condivisione spettatoriale che sta cessando di esistere, ma vederla per Sole a catinelle fa decisamente impressione (negativa), mentre per Andiamo a quel paese diciamo che la si può accettare. Sì, perché il cinemino di Salvatore Ficarra e Valentino Picone (tornati in Sicilia dopo la Torino di Anche se è amore non si vede) ha pretese un po' più oneste delle pillole di banalità che ci sciorinano gli altri italioti del nostro Paese.

 

Salvo Ficarra, Valentino Picone

Andiamo a quel paese (2014): Salvo Ficarra, Valentino Picone

 

E' anche palese però che i due registi, da soli dietro la mdp dopo il loro penultimo film in sede piemontese, non sono in grado di giostrare con abilità le parti serie e le parti comiche delle loro piccole commedie; anzi, c'è una divisione eccessiva fra le due dimensioni, ricollegate tramite fili narrativi che sono insulti alla logica e insopportabili frettolisità di sceneggiatura. Mentre si fanno trasportare da un'idea che in sé potrebbe conciliare messaggio educativo e risvolti grotteschi (è pur sempre cinema popolare), la tirano avanti come in un sketch del Zelig dei tempi migliori (dunque divertente, ponderato, ma alla lunga stancante), e sfoggiano la loro creatività nelle battute piuttosto che nella trama e nei temi (il film è monotematico e di conseguenza un po' monotono). Forse è un bene, si evita l'eccessivo aspetto "da barzelletta" del loro penultimo film, ma è anche un male, perché è tutto debole e "professionale" dopo i fasti dell'esordio (l'esilarante 7 e l'8, ricordato ancora come il miglior film della coppia) e l'accettabile (relativamente) seriosità della Matassa. Insomma, senza l'entusiasmo di chi sperimenta, ma con l'abitudine di chi sa cosa il pubblico vuole, i due comici ci provano, a costruire una commedia dell'assurdo in cui la risata arriva senza appellarsi alla volgarità (e il tentativo, se pure programmatico, è sempre lodabile), a scomodare alcuni stereotipi come l'avidità de noantri e la simpatia "terrona" del mondo di paese, a comunicare più delle solite differenze Nord-Sud con cui ci hanno francamente rotto tutti i loro molto meno aggraziati colleghi.

 

Salvo Ficarra, Valentino Picone

Andiamo a quel paese (2014): Salvo Ficarra, Valentino Picone

 

Ma fra piccole ridondanze, moralismi d'accatto e una recitazione non sempre infallibile, finisce per andarsi a scheggiare l'intera confezione, esteticamente tirata a lucido, apparentemente spontanea, ma tristemente conformista. Con i twist finali (che dimenticano i personaggi per il sorrisino del volemosi bene), la redenzione dei protagonisti, e una rischiosa massima riassumibile come "il fine giustifica i mezzi" pronunciata dalla moglie di Ficarra, Andiamo a quel paese funziona solo a metà non lasciando un bel ricordo come poteva fare, appunto, Il 7 e l'8, ma ottenendo comunque un alto indice di gradimento da parte di un pubblico mai stanco, e che, abituato a ben altre schifezze, vede entrambi come i più bravi e i più abili del momento. E siccome entrambi hanno il buon gusto di mandarsi da soli, a quel paese, allora ci limitiamo ad augurare loro realizzazioni un po' meno conformiste, un po' più ricche di idee tematiche e con un ritmo ancora più forsennato ma che non sia quello di un monologo qualunque sul palco di Canale 5. 

 

Valentino Picone, Lily Tirinnanzi, Tiziana Lodato, Salvo Ficarra

Andiamo a quel paese (2014): Valentino Picone, Lily Tirinnanzi, Tiziana Lodato, Salvo Ficarra

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