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Atto di forza

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Atto di forza

di ligeti
6 stelle

Atto di forza è ispirato a un racconto breve di Philip K. Dick, così come Blade Runner era ispirato a un suo romanzo. E come nel capolavoro di Ridley Scott, anche nel film in questione i ricordi possono essere “impiantati” nella mente (in questo caso umana). Siamo infatti nel 2084, dove l’operaio edile Douglas Quaid è perseguitato nottetempo da visioni del pianeta Marte, e perciò decide di rivolgersi alla Recall, una compagnia specializzata in “turismo virtuale”, che consiste nell’impiantare nella mente del cliente vividi ricordi, seppur falsi, riguardanti un viaggio che può essere totalmente personalizzato. Quando si reca alla Recall, però, i tecnici si accorgono che qualcosa non va nella sua testa: Doug scopre di essere già stato davvero su Marte come agente segreto, e che la sua attuale vita — compreso il suo matrimonio — è solo una falsa memoria. Paul Verhoeven è un regista intelligente, che ha avuto la sfortuna di diventare famoso per un film mediocre (Basic Instinct); sicuramente, è votato più per i film d’azione che non per l’introspezione psicologica. Per questo motivo, laddove nel film di Scott sulla scoperta da parte dei replicanti di una vita “ricordata ma non vissuta” si innestava un profondo e struggente intimismo, qui siamo al contrario più dalle parti di un film d’azione. Che non è certo un demerito, ma forse un po’ è un limite. Difatti gli spunti interessanti della trama non trovano molto spazio in mezzo alle numerose sparatorie, agli accenni erotici (comunque trattenuti, per gli standard del regista olandese), agli effetti speciali che vinsero un Oscar ma che oggi sembrano francamente un po’ datati, così come tutto l’immaginario futuristico del film che appare adesso decisamente ingenuo. Per tacere poi del fatto che del destino di Schwarzenegger può importarcene relativamente — di certo non quanto quello di Sean Young. VOTO: 3/5

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