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Batman v Superman: Dawn of Justice

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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La recensione su Batman v Superman: Dawn of Justice

di alan smithee
4 stelle

La sfida tra i due più noti (ed eterogenei) supereroi DC, è epocale ed esclusiva, almeno in via teorica.Molto meno il film, che si trascina per due ore e mezza di esplosioni e combattimenti senza una vera, autentica presa emotiva,nonostante la storia tenti tutte le carte per creare pathos, tra sacrifici esemplari e comparse eroiche buttate a caso.

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Batman v Superman: Dawn of Justice (2016): logo

Questa "sfida" epocale tra i due più noti supereroi di casa DC, è innanzi tutto il seguito ufficiale di quel L'uomo d'acciaio  del 2013 con cui il coraggioso, anzi temerario se non megalomane regista Zack Snyder ha tentato, in parte pure riuscendovi, di resuscitare cinematograficamente un eroe "assoluto e di principio" come Superman, la cui trasposizione sul grande schermo del comics tra i più noti al mondo, è sempre riusultata piuttosto contrastata, travagliata sia per gli attori che via via si sono passati il testimone, sia a livello di riuscita artistica dell'opera relativa.

Batman "contro" Superman, tradotto questo solo con V anziché "Vs." di versus per ragioni esplicitate ma non così convincenti, ha almeno nel suo assunto sfidante quello di mettere uno contro l'altro due eroi diametralmente opposti, sia caratterialmente che a livello di potenza: una sfida sulla carta impossibile, dovendo scontrarsi un essere ultraterreno e quasi divino come Superman, di fatto invincibile, caratterialmente rigoroso e cristallino a tal punto da rischiare di perdere le sfaccettature in grado di renderlo tridimensionale e emotivamente complesso, contro un essere umano devastato dal dolore, ufficialmente senza veri e propri superpoteri, armato solo della sua mente brillante, del suo essersi testardamente costruito una posizione economica di prima grandezza in grado di dotarsi di armi e "utensili" di estrema utilità al limite dell'avveniristico, oltre che di un fisico abilmente e tenacemente costruito ed allenato per combattere: poca cosa a livello di concretezza, rispetto ad un essere superiore come Superman, se considerato un duello a livello di sola forza fisica; tutto il contrario a livello caratteriale, essendo Batman la quintessenza della sfaccettatura morale e caratteriale, in contrasto col suo ben più piatto e lineare antagonista.

Pertanto questa antitesi di fondo rende lo scontro da un lato impari su due versanti, dall'altro, almeno sulla carta, davvero eccitante.

Ben Affleck

Batman v Superman: Dawn of Justice (2016): Ben Affleck

Henry Cavill

Batman v Superman: Dawn of Justice (2016): Henry Cavill

La vicenda, basata su un noto fumetto intitolato "Il ritorno del Cavaliere Oscuro", è stata liberamente adattata da Snyder e dai suoi sceneggiatori senza freni, partendo da un contrasto che oppone due eroi e due città, dopo che Gotham City subisce un attacco che non può non rimandare, per atmosfere, situazioni e dinamiche, agli episodi tragici e indimenticabili degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York. Salvo poi ridursi ad un lungo "spottone" ampiamente ripreso in pubblicità da ogni emittente televisiva sul nuovo modello di punta del marchio Jeep, che grazie a questa nuova accattivante autovettura, ha perso lo status di marchio elitario, per raggiungere le case, anzi i garages, di buona parte degli amanti del fuoristrada e del suv a prezzo moderato. 

Il voler poi trasportare i nostri incubi odierni, quelli della guerra sporca a suon di terrorismo e attentati, sul campo di battaglia dei superereoi, rende un pò artificiosa la presenza di maschere sempre un pò troppo ridicole (Superman che col mantello fluente entra in tribunale per farsi giudicare è una presenza da ballo in maschera quasi imbarazzante), se accostate alla tragica realtà della lotta che oppone oggi due civiltà, la occidentale e quella orientale, così intransigentemente divise ed opposte da inconciliabili modelli di vita, religiosi, di pensiero.

E se da un lato l'assunto - quello della sfida - si fa interessante ed affascinante per le premesse in grado di richiamare curiosità e attesa verso un confronto già sopra definito impossibile, ma proprio per questo imperdibile, dall'altro poi lo sviluppo finisce per perdersi in uno scontro lungo ed estenuante dove poco dopo la apparente follia di Superman, sbalestrato e confuso per non saper più trovare una linea di condotta che lo trovi plausibile e necessario nel contesto di una realtà che è ben più tragica e complessa di quel che appare bidimensionalmente nel fumetto, in grado di renderlo meno lineare e proprio per questo più sinistro ed interessante, finisce per appiattirsi e svilirsi in una lunga, estenuante battaglia tutta esplosioni e roboanti effetti sonori.

E dove il terzo incomodo, ovvero Wonder Woman (resa con adeguata prestanza fisica da quell'amazzone di Gal Gadot davvero mozzafiato), sopraggiunge un pò a caso, come caduta dal cielo o sopraggiunta di fretta e furia come saldo di stagione, senza aiutare a rendere più incalzante una vicenda che cerca invece, con tutti i più furbi stratagemmi, di apparire tale: anche sacrificando il supereoe che ha perso la bussola, a favore di quello più tenebroso ed anziano, saggio e umano che ha l'esperienza e la maturità dalla sua come forza ed indirizzo comportamentale.

Un'ora e mezza a preparare il campo può risultare interessante, soprattutto quando agli eroi in costume fanno posto gli alter-ego nelle loro nevrosi e problematiche attanaglianti; poi l'ora successiva e finale, tutta battaglie ed esplosioni senza controllo o tregua, è davvero eccessiva, svilente, banale, e la conclusione "sacrificale" col piagnisteo inevitabile e tronfio, inutilmente celebrativo e sottilmente evocativo di nuovi seguiti ancor più popolati di eroi che ne consegue, dà un colpo di grazia a tanto e sin troppo concitato basamento narrativo.

E il film si fa guardare certo, ma senza troppi entusiasmi, senza un minimo livello di emozione, ed è grave, imperdonabile, considerata la sfida epocale che sta alla base della storia, nonostante la vicenda cerchi in ogni modo di catturare la sensibilità dello spettatore, anche a prezzo di un sacrificio finale e definitivo che tuttavia davvero poco ci colpisce o cattura.

Henry Cavill è iconico e statuario come si conviene per la parte, e di poco lo si può accusare; Ben Affleck, come era prevedibile, nonostante l'impegno nel rendere un Bruce Wayne più maturo e coriaceo degli ultimi Batman di Nolan (qui impegnato in veste di produttore) sostituendo il decisamente più bravo, sfaccettato e profondo Christian Bale, appiattisce molto l'espressività di un personaggio costretto a rendersi interessante solo con lo stratagemma di un timbro di voce roco a tal punto da suonare esagerato, caricaturale, se non grottesco; probabilmente l'attore e regista non si sente ancor pago di aver già precedentemente (e cinematograficamente) distrutto un altro eroe prezioso e caratterialmente molto intenso come il "marvelliano" Dare Devil".

Validi gli attori di contorno, presenti davvero in gran folla: tra tutti ricorderei un manierato (ma in parte) Jesse Eisemberg nei panni sconvolti e lucidamente folli del machiavellico e pericolosissimo Lex Luthor, la senatrice coraggiosa ed assennata ottimamente resa da una rediviva Holly Hunter, e naturalmente quella irresistibile impicciona della Lois Lane, per la seconda volta resa con adeguata professionalità dalla sempre valida, tenace e sin un po' sexy Amy Adams.

 

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