Espandi menu
cerca
Il racconto dei racconti

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Kurtisonic

Kurtisonic

Iscritto dal 7 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 87
  • Post 2
  • Recensioni 430
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il racconto dei racconti

di Kurtisonic
6 stelle

Toby Jones

Il racconto dei racconti (2015): Toby Jones

Matteo Garrone scommette sul cambiamento del suo cinema, cercando più l’esperienza visiva che l’interiorizzazione dell’immagine. Per rivolgersi ad un genere, quello del fantastico, che non gli appartiene propriamente, occorre un’idea di regia forte, per questo ricorre alla trasposizione delle novelle risalenti al 600 napoletano, tratte da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, idea coerente che si rifà al patrimonio culturale autoctono per distanziarsi dalle rappresentazioni favolistiche più sfruttate. Le incursioni nel genere fantasy non sono nuove per il cinema autoriale, e per citare un illustre precedente si può risalire all’ambizioso Il labirinto del fauno (2006)di Guillerlmo del Toro che non ha esitato a scombinare e rielaborare la storia di una nazione con simboli di un mondo irreale e fantasioso. Da Garrone ci si attende una personalizzazione decisa, perché è evidente già dalla prima sequenza del film che il lato oscuro della fantasia esiste e il nostro autore non sa per fortuna scivolare nella convenzionalità, ne sono testimoni tutti i suoi lavori precedenti. Il testo in sé già aiuta facendoci riscoprire se ce ne fosse bisogno, una letteratura leggendaria che solo il tempo vuoto del consumismo e della modernità ha trasformato in prodotto seriale per bambini dal quale estrapolare solo e sempre la parte positiva. Garrone riporta con fedeltà e affascina senza dubbio, si coglie l’elemento sorprendente, lo stupito candore di un’immagine che non vuole falsare il racconto, dove in un mondo di re, principi e cavalieri, dominano la tragedia umana e la lotta per la supremazia. La favola non diventa nera, non si incupisce, ha quel colore che già gli appartiene e che la luce cinematografica evidenzia davanti allo sguardo di tutti. Se possiamo leggere fra le righe dietro le vicissitudini raccontate, intrise di antiche paure, timori insoluti e nascosti nell’animo umano, l’attesa per una rivisitazione morale da parte della regia va tutto sommato delusa. La suggestione delle immagini rimane in fondo tale, lo smontaggio della costruzione fantastica con la conseguente messa a nudo del testo lascia dei grandi spazi vuoti che la semplice traduzione visiva non riesce a colmare. Proprio la scelta di non poggiarsi su di un protagonista assoluto potrebbe conferire al regista la possibilità di descrivere un affresco impietoso e collegato ad un realismo più tangibile e meno idealizzato. Una buona dose di lirismo delle immagini oltre che aiutata da qualche scenario mozzafiato, viene corredata da effetti scenici abbastanza artigianali e risultano anche apprezzabili, più vicini al Dracula di Bram Stoker coppoliano che tendente ad un Avatar qualsiasi, ma è il respiro del regista, la sua firma a latitare verso un registro troppo pulito, che non spinge fin dove potrebbe quella nuova saggezza riletta dalla macchina da presa che le novelle dovrebbero trasmettere. Nessuna delle tre storie sa coinvolgere realisticamente lo spettatore, e pure apprezzando la volontà di proporsi in una nuova veste che per il nostro cinema nazionale non può che essere considerato un bene, prevale una certa sensazione di incompiutezza. Per un regista come Garrone era lecito aspettarsi qualcosa di ancora più diverso, se stavolta il tocco magico c’è, è davvero truccato bene.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati