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Superman II

Regia di Richard Lester vedi scheda film

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La recensione su Superman II

di solerosso82
6 stelle

Scagliando una bomba all'idrogeno verso il sole, Superman (Christopher Reeve) libera accidentalmente tre malvagi Kriptoniani (Terence Stamp, Sarah Douglas, Jack'O Halloran) condannati all'esilio siderale nella Zona Fantasma. Alleatisi al genio criminale di Luthor (Gene Hackman), la sfida questa volta sembra non avere molte chance per il celebre supereroe.

Una delle produzioni più tempestose della storia del cinema. Girato simultaneamente al primo film da Richard Donner, a causa dei costi di produzione, lievitati a dismisura, fu interrotto. Il regista completò il primo capitolo, già affiancato sul set, nel solo ruolo di executive, dall’inglese Richard Lester, suo futuro sostituto. Nonostante il successo mondiale di Superman The Movie, Donner, che aveva già pronto un rough-cut completo di almeno tre-quarti del sequel, fu ingiustamente licenziato.

Lester, brillante regista dei film coi Beatles, che già collaborò con i produttori (i Salkind) con i due film de I Tre Moschettieri (anche questi girati in un’unica sessione di riprese) non si limitò a terminare il film, ma rigirò più della metà del montato di Donner (escluso così dai crediti). Particolarmente controversa è stata la questione dell'utilizzo delle scene con Jor-El (Marlon Brando) già girate da Donner, vincolate da un contratto che prevedeva un guadagno percentuale della star sugli incassi. La scelta finale fu di sostituire l'ologramma senziente del padre Jor-El con quello della madre Lara (Susanna York). Gli stacchi tra il girato dei due registi è facilmente riconoscibile osservando Margot Kidder, visibilmente smagrita nelle nuove sequenze a causa di una grave dipendenza alcolica. Hackman, che completò le sue scene con Donner, si rifiutò invece di rigirarle con il nuovo regista. La tendenza "al ribasso" dei costi optata dai Salkind, poco lungimirante visto il futuro esito della saga, si conclude con la sostituzione dell'orchestra di John Williams con quella di Ken Thorne, dall'impatto decisamente meno imponente.

Se la struttura non si allontana di molto dal concept originale scritto da Mario Puzo e rivisitato da Tom Manckieviciz per Donner (storia d'amore, dualismo uomo-dio, scazzottata con avversari equipollenti), il risultato finale è un mostro a due teste cartonesco, buffo e naïve, nel suo complesso gradevole, con un bilancio non sempre ben equilibrato di azione, magia e sentimento, che abbandona gli approfondimenti cristologici e la seriosità del primo capitolo (con l'evidente assenza della figura di Jor-El), sostituiti dalla facile gag.

L'idea di Lester di atterrare i malvagi Kriptoniani nella cittadina di Huston, Texas (invece di mostrarceli, come previsto nello script originale, a seminare distruzione in tutto il pianeta) è un divertente omaggio al western e, in particolare, alla science-fiction anni '50, un revival di successo tipico del cinema americano degli anni '80 (basta pensare a Incontri Ravvicinati del terzo tipo, ET, Ritorno al Futuro).

La battaglia di Metropolis, esilarante climax “buddy-action”, è stata girata quasi interamente da zero da Lester nei teatri di posa di Pinewood, attraverso set in scala reale alternati alle perfette miniature di Derek Meddings e ai matte-paintings di Les Bowie.

L'approccio ai cattivi del regista inglese tende alla farsa, ma è reso credibile dalla performance mitica di Terence Stamp, scandita solennemente dai suoi "Kneeeel!" ("In ginocchio!"). Reeve si conferma sempre a perfetto agio nei panni dell'eroe, e, grazie alla sua innata spontaneità, ci offre una versione ancora più fragile e umana.

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