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Der freie Wille

Regia di Matthias Glasner vedi scheda film

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La recensione su Der freie Wille

di alan smithee
9 stelle

Il libero arbitrio: lasciare che la volontà di farla finita venga messa in atto come rimedio ultimo ed unico per guarire da un male che ogni volta torna a riappropriarsi delle proprie azioni. Un film duro, sconvolgente, potentissimo, con cui Glasner sonda i limiti e le capacità dell'essere razionale di opporsi all'istinto bestiale che lo domina.

locandina

Der freie Wille (2006): locandina

Theo è un violentatore seriale di donne, un uomo che non ha la capacità di tenere sotto controllo i raptus sessuali che lo colgono quando vede una donna da cui è attratto: una attrazione-repulsione, quella che prova l’uomo, e che lo spinge prima ad un approccio maldestro, e poi a comportarsi in modo violento e devastante ai danni della vittima.

Nel tremendo, fortissimo incipit, ci viene spiegato nei dettagli lo sviluppo del raptus e le sue aberranti conseguenze sulla vittima designata, anzi prescelta.

Ma Theo è perfettamente consapevole di questo suo lato oscuro, e per questo cerca di farsi curare, accettando di scontare la pena in un istituto di rieducazione anziché in carcere, desideroso di poter ambire alla normalità e di riuscire pure lui ad anelare ad una vita sentimentale tradizionale, come tassello di una coppia omologabile alle altre.

Dopo nove anni esce dall’istituto e viene inserito in una appartamento che accoglie altri detenuti;  gli viene trovato un impiego presso una tipografia, e poco per volta, più sicuro di dominare i propri istinti, si guarda attorno fuori nel mondo. Finirà per invaghirsi della figlia problematica ed insicura del suo capo, che sta vivendo un periodo di crisi per non riuscire a trovare la forza di abbandonare la casa del genitore, oltre a insospettire lo spettatore per un rapporto padre e figlia dai contorni piuttosto torbidi.

Jürgen Vogel

Der freie Wille (2006): Jürgen Vogel

Jürgen Vogel

Der freie Wille (2006): Jürgen Vogel

Con la ragazza, di nome Nettie, il protagonista riesce a sentirsi finalmente parte integrante di una coppia: l’amore condiviso, sereno, che li rende complici di un rapporto che spazia dalla sessualità all’intima confidenza.

Poi però un semplice contrattempo, rappresentato nello specifico da una cena della ragazza con gli amici, fa tornare nel panico il nostro uomo, spingendolo a vagare per strada, nuovamente alla ricerca di una nuova preda per placare quel sentimento risorto di bestia che pareva essere svanito in lui.

Der Freie Willie, uscito a suo tempo in Francia col titolo Le libre arbitre, purtroppo inedito da noi, è un film forte, straordinario, devastante: un viaggio nella consapevolezza della propria malattia o disfunzione, un tentativo disperato di allontanare da sé la bestia con cui ci si ritrova a condividere lo stesso corpo, il desiderio sincero di riscatto, l’amarezza senza rimedio quando il protagonista intuisce che il suo male è incurabile e tornerà per sempre ad affliggerlo, rendendolo un mostro senza possibilità di scampo.

Sabine Timoteo, Jürgen Vogel

Der freie Wille (2006): Sabine Timoteo, Jürgen Vogel

Sabine Timoteo

Der freie Wille (2006): Sabine Timoteo

In un finale tragico ma inevitabile, su una spiaggia lungo una notte che volge all’alba, tra la coppia riunita si consuma un gesto necessario con cui si risolve nell’unico modo possibile, un dissidio interiore a cui per troppo tempo si è cercato, invano, rimedio ricacciandolo più lontano possibile.

Jurgen Vogel, pertinentemente premiato al Festival di Berlino, è straordinario, esemplare, e parte integrante, indispensabile della riuscita di quest’opera eccezionale e devastante: la sua interpretazione generosa, impegnativa, in cui l’attore si concede ad ogni sacrificio, mettendosi letteralmente a nudo, impegnandosi in scene scabrose e violente tutt’altro che facili da girare e ancor più da affrontare come protagonista. Tornerà a lavorare con questo eccezionale regista che è matthias Glasner nel successivo e molto riuscito, affascinante per l’ambientazione polare e parimenti adoloroso Gnade.

La metamorfosi che caratterizza l’attore ed il suo personaggio trovano spazio per completarsi sia fisicamente, sia nelle pieghe più nascoste del carattere e dell’intimità complessa del suo personaggio.

Gli fa da eccezionale controparte la bella e dolente Sabine Timoteo, attrice straordinaria che abbiamo già incontrato in produzioni anche nostrane: ultimamente era tra le migliori e più efficaci interpreti dell’ultima fatica da regista di Michele Placido, 7 minuti.     

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